Escher racconta Escher nel documentario diretto da Lutz

Non del tutto matematico, non del tutto artista: così si sentiva Maurits Cornelis Escher (1898-1972), il visionario olandese che ha influenzato tutta l’arte grafica (e non solo) dopo di lui. Con Feltrinelli Real Cinema e Wanted Cinema arriva “Escher – Viaggio nell’infinito”, il documentario voluto da Robin Lutz sulla strada indicata proprio da Escher, convinto com’era che ci fosse “una sola persona nel mondo che può fare un film veramente buono sulle mie stampe: io stesso”. Il cineasta Lutz fa di questa frase, scritta da Escher a un collezionista americano della sua opera nel 1969, la sua guida, il suo faro. Sfoglia le lettere, i diari e le lezioni scritte da Escher e le organizza per immagini come se il racconto fosse proprio di Escher. La bellezza di questo lavoro è quella di restituire il percorso di vita ed artistico che hanno reso Escher il genio delle arti grafiche per eccellenza al di là di quanto lui stesso riuscisse a spiegarsi, non riuscendo a capire ad esempio perché i giovani dei rivoluzionari anni Sessanta, così lontani dalla sua indole, lo amassero tanto.

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