Leonardo scienziato, gli ologrammi mettono in volo le sue invenzioni
Roberto Benigni e Massimo Troisi in “Non ci resta che piangere” incontrando Leonardo giocano sulle tabelline e poi gli chiedono di costruire il treno riconoscendo nel genio del Rinascimento soprattutto lo scienziato e l’ingegnere. Al Palazzo della Cancelleria (dietro Campo De’ Fiori) di Roma, la Mostra di Leonardo da 10 anni espone le macchine da lui disegnate e mai realizzate, a parte il leone meccanico che costruì in legno, tela e corda. Per celebrare i 500 anni dalla sua morte, il direttore dell’esposizione Augusto Biagi ha inaugurato due nuove attrazioni: la Realtà aumentata e i Video Mapping in 3D sulle invenzioni e sull’affascinante mondo dell’anatomia. In un Christmas Cocktail alla presenza di personaggi del mondo dello spettacolo, Biagi si è fatto Cicerone delle 65 installazioni e di un tesoro nascosto della Roma sotterranea: un Sepolcro del 43 a.C., appartenuto ad Aulo Irzio, che è immerso nell’acqua del canale Euripus.
Augusto Biagi, una sede così prestigiosa condivisa con la Sacra Rota al Piano superiore, illumina quindi il Leonardo scienziato…
“Leonardo ha larga fama per la pittura, l’arte, ma era anche un grandissimo ingegnere. Aveva inventato tutte macchine per aiutare il lavoro dell’uomo, dalla vite senza fine al sistema autobloccante. Era un curioso che non si fermava mai al primo step, ed era discontinuo, cominciava da una cosa e poi andava al ad un’altra. È una fonte d’ispirazione per tutti”.
Quale delle macchine qui esposte dà più stupore?
“Tutte quelle legate al volo. Io, ad esempio, sono affascinato dalla vite senza fine”.
Cosa chiederebbe oggi a Leonardo, un treno come Troisi e Benigni?
“Magari una navetta spaziale per scoprire nuovi mondi”.