Marisa Laurito: “Il palcoscenico è il luogo dove io sono veramente a mio agio come se fossi a casa mia”
Marisa Laurito è Donna Violante in “Persone naturali e strafottenti”, una produzione Altra Scena in prima nazionale al Teatro Vittoria di Roma. In quella che è tra le opere più controverse di Giuseppe Patroni Griffi, Marisa Laurito interpreta un personaggio scomodo: una padrona di casa, dal passato di ex serva in un bordello, che fitta la propria camera da letto ad un travestito, Mariacallàs. È l’ultimo dell’anno, e la rassegnazione e le miserie delle loro due vite si mischiano a quelle di Fred e Byron, due giovani alla ricerca dell’ebbrezza di una notte.
Marisa Laurito, cosa l’ha spinta ad abbracciare questo progetto?
“Sono appassionata dell’autore, Pino Patroni Griffi, che è stato anche un mio carissimo amico. Mi ha spinta soprattutto la bellezza del testo. L’autore ha scritto negli anni Settanta un testo che è ancora modernissimo. Pino Patroni Griffi ha avuto un’illuminazione disegnando quattro personaggi che all’epoca erano sì scandalosi ma ancora attuali: quattro solitudini, caratteri che esistono nella realtà di oggi”.
Com’è in scena alternarsi tra toni drammatici e comici?
“Per me è il top, sono sempre alla ricerca di commedie che facciano pensare e, nello stesso tempo, facciano ridere. Naturalmente questa è la mia provenienza, perché io ho cominciato con Eduardo che faceva esattamente questo: scriveva commedie che parlavano del sociale, quindi naturalmente commedie anche drammatiche – vedi ‘Napoli milionaria!’ o ‘Natale in casa Cupiello’ o ‘Gli esami non finiscono mai’ -. Tutte le sue commedie avevano un sottofondo comico che scaturiva dalla tragedia. Quindi questo è il massimo per me nel lavoro: far ridere facendo pensare è una delle cose più importanti”.
Ha accettato un ruolo che è stato di Pupella Maggio, quanto si avvicina e allontana da questo modello nella sua interpretazione di Donna Violante?
“Purtroppo Pupella Maggio non l’ho vista in questo ruolo, quindi non so come lei lo faceva. Posso solamente dire che Pupella è stata un’attrice straordinaria, un punto di riferimento per tutti gli attori giovani, l’ammirazione per lei è totale. Sicuramente, anche se non l’ho vista, sarà stata straordinariamente più brava di me perché comunque era un’attrice meravigliosa, poi diretta da Peppino Patroni Griffi penso che lei abbia fatto il massimo”.
Apprezzo la sua umiltà, ma alla replica a cui ho assistito lei è stata eccezionale, e ho visto ammirati anche i suoi colleghi in platea. E, a proposito di colleghi, com’è dividere la scena con i suoi attuali compagni di lavoro: Guglielmo Poggi, Livio Beshir e Giancarlo Nicoletti che cura anche la regia?
“È Giancarlo che mi ha spinto tantissimo a fare questo ruolo. È venuto da me dicendomi: ‘Sei l’unica che può farlo, se non lo fai, io non metto in scena questo spettacolo’. Devo dire che quando è venuto da me era ancora più giovane. Giancarlo è un regista di talento, l’ho capito subito, mi trovo a mio agio a lavorare con lui perché è anche una persona umanamente straordinaria. I ragazzi li trovo bravissimi entrambi. Guglielmo Poggi, tra l’altro, è figlio di Pierfrancesco con cui ho fatto ‘Amori miei’ con la regia di Ugo Gregoretti tantissimi anni fa, allora era piccolissimo, io non me lo ricordo quasi, lui invece si ricorda tantissime cose di me. Quindi mi sono ritrovata questo ragazzo cresciuto, figlio di un amico attore, anche bravissimo come il papà. Mi fa molto piacere lavorare con lui. E, in generale, io sono molto contenta di lavorare con le persone brave. Al contrario di molti altri attori che pensano spesso una cosa che trovo ridicola, cioè quella di voler lavorare con persone meno brave perché così si risulta di più, ecco io sono totalmente il contrario. Credo fortemente che bisogna lavorare con persone bravissime, perché le persone bravissime ti insegnano sempre qualcosa, c’è sempre da imparare anche fino alla fine della tua vita, della tua carriera. E poi lavorare con le persone brave è meraviglioso perché è uno scambio, è un modo di lavorare con serenità, bene, ecco perché mi trovo benissimo in questa compagnia”.
La scenografia di “Persone naturali e strafottenti” è essenziale e modernissima, mi sono chiesta se ci fosse anche il suo tocco…
“No, e le dirò che io sono più per una movimentazione scenica realistica perché ero molto anche spaventata da questo allestimento nudo, che devo dire la verità a me piace moltissimo, però avevo dei dubbi per il pubblico. Invece lo spettacolo va molto bene quindi penso che Giancarlo avesse molta ragione a realizzarlo così”.
In scena è funzionale anche il cambio della prospettiva della finestra…
“Sì, molto interessante, anche molto importante perché dà modo di non avere in primo piano la nudità che comunque potrebbe infastidire qualcuno”.
Dopo Roma, proseguirete in tournée?
“Sì, qualche tappa, e poi l’anno prossimo riprenderemo questo testo per portarlo in altre città”.
Gli altri suoi progetti in cantiere?
“Ho finito ‘Due donne in fuga’ con Fioretta Mari, un testo dove si rideva e si pensava, uno spettacolo molto ben riuscito. Poi sto portando in giro ‘Così parlò Bellavista’ di un altro grande autore che è Luciano De Crescenzo, c’è il mio concerto spettacolo che faccio di tanto in tanto, e nel frattempo lavoro come direttore artistico del Teatro Trianon di Napoli, sto componendo la stagione. E sto pensando anche a qualcosa di nuovo per la stagione prossima per me”.
Cos’è il palcoscenico per lei?
“Il palcoscenico per me è il luogo dove mi sento più a mio agio e sicura, il palcoscenico è un luogo ormai che io ho imparato a capire bene, conoscere bene, quindi nonostante le paure che vengono sempre prima della prima, quindi il terrore di non essere all’altezza, comunque è il luogo dove io sono perfettamente a mio agio, credo sia il luogo più importante, il luogo dove io sono veramente completamente a mio agio, come se fossi a casa mia”.
La persona che vorrebbe sempre in platea a fare il tifo per lei?
“Sicuramente il mio compagno, i miei amici, ma il pubblico è quello più importante perché il pubblico è quello che mi dà gioia, è quello che accarezza il mio cuore quando mi incontra e che spero di non tradire mai”.
Sappiamo che lei è un’ottima chef, che piatto consiglierebbe dopo aver visto “Persone naturali e strafottenti”?
“Ci vorrebbe un piatto di cucina napoletana, contaminata però… Bisognerebbe inventarlo! Questa commedia è un classico un po’ contaminato, quindi il piatto e il vino dovrebbero andare di conseguenza…!”.