“L’amica geniale” torna carica di qualità, dai primi due episodi si evince una nuova vittoria per Rai Fiction

“Tutto uguale, eppure tutto diverso”, sono le parole di Saverio Costanzo parlando della percezione di Elena Greco ritornado a casa dopo essersi laureata ed aver scritto il primo romanzo; ed è questa la sensazione dopo aver visto l’anteprima dei primi due episodi della nuova serie de “L’amica geniale”, sottotitolata “Storia del nuovo cognome”, tratta dal secondo libro della tetralogia di Elena Ferrante (Edizioni E/O). Si respira la bellezza di una trasposizione televisiva, meglio cinematografica (tanto che i primi due episodi usciranno in 300 sale italiane il 27, 28 e 29 gennaio per la distribuzione Nexo), di ottima fattura, con un’incredibile attenzione ai dettagli, confermando le incredibili suggestioni della prima stagione; ma, appunto, si approda alla seconda forti del successo mondiale con oltre 20 milioni di spettatori. Giustamente parla di un “battesimo fortunato” per la sua prima uscita da direttore di Rai1 – dove il secondo capitolo andrà in onda in prima visione dal 10 febbraio (sarà anche online su RaiPlay) – Stefano Colletta alla presentazione in Viale Mazzini di questa fiction la cui prima serie ha viaggiato sulla rete ammiraglia alla media di 7 milioni di telespettatori e del 30% di share, con il 33% raccolto tra le ragazze dai 15 ai 24 anni, il 36% nel pubblico laureato, e toccando i 5 milioni di views su Raiplay. “L’amica geniale, per acclamazione di critica e pubblico, segna una svolta nella produzione della fiction italiana”, sottolinea soddisfatta il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta, aggiungendo: “Con Storia del nuovo cognome prosegue e si rafforza l’ambizione di creare un racconto complesso, e portare l’immaginario italiano nel mondo tenendo sempre al centro della narrazione il vissuto del nostro Paese. Una sfida narrativa, produttiva e culturale in piena coerenza con il ruolo di Servizio Pubblico della Rai”. Stando ai primi due episodi, la vittoria di questa nuova stagione è un dato scontato per la forza della storia che a questo punto sfocia negli anni Sessanta con i conflitti di classe e nelle grandi passioni (accompagnate dalla scoperta della sessualità e anche dalle violenze domestiche) delle due protagoniste: le amiche Elena (Lenù) Greco, interpretata da Margherita Mazzucco, e Raffaella (Lila) Cerullo, che ha il volto di Gaia Girace. Sia le attrici che i relativi personaggi sono cresciuti: Raffaella conserva forza e determinazione di carattere come la sua Lila, Margherita ha acquistato quella consapevolezza di sé come pian piano farà anche la sua Elena, grazie ai consigli di Saverio Costanzo che le ha suggerito un corso di mimo e clown in cui lei si è messa in gioco con evidente successo. E veniamo alla regia, superba e cangiante, capace di dare ritmo e stile nuovi alla narrazione nonostante il peso di un’autrice, la Ferrante, che è una sorta di “fantasma”, per il fatto che non si sa chi si nasconda dietro questo pseudonimo, quindi che “non c’è ma ci sono le sue pagine”, come osserva Saverio Costanzo che lascia il timone ad Alice Rohrwacher per il quarto e il quinto episodio. In tutto sono otto per quattro puntate e partono esattamente dal punto in cui è terminata la prima stagione. Lila ed Elena hanno sedici anni. Lila si è appena sposata ma, nell’assumere il cognome del marito, ha l’impressione di aver perso sé stessa. Elena è ormai una studentessa modello ma, proprio durante il banchetto di nozze dell’amica, ha capito che non sta bene né nel rione né fuori. Nel corso di una vacanza a Ischia le due amiche ritrovano Nino Sarratore, vecchia conoscenza d’infanzia diventato ormai studente universitario di belle speranze. L’incontro apparentemente casuale cambierà per sempre la natura del loro legame, proiettandole in due mondi completamente diversi. Lila diventa un’abile venditrice nell’elegante negozio di scarpe della potente famiglia Solara al centro di Napoli; Elena, invece, continua ostinatamente gli studi ed è disposta a partire per frequentare l’università a Pisa. Seguendo la narrazione (la scrittura porta la firma del regista Saverio Costanzo e di Francesco Piccolo, Laura Paolucci e la stessa Ferrante), ci saranno più riprese in esterni, nei luoghi autentici di Napoli, come il centro storico e la meravigliosa Piazza de’ Martiri dove si trova il nuovo negozio di scarpe in cui lavora Lila; si ritorna anche a Ischia, che sarà presente nei due episodi diretti da Alice Rohrwacher; e vedremo Lenù, matricola universitaria, a Pisa. Utilizzando le parole del produttore Lorenzo Mieli – “L’amica geniale. Storia del nuovo cognome” è una serie HBO-Rai Fiction, prodotta da The Apartment e Wildside, parte di Fremantle, e da Fandango, in collaborazione con Rai Fiction, con HBO Entertainment e in co-produzione con Mowe e Umedia -, “Saverio Costanzo, assieme ad Alice Rohrwacher, ha fatto un grandissimo kolossal tv perché si tratta di un grande racconto popolare, ma lo ha reso anche un film d’autore essendo un’opera di qualità”. Niente di più bello per il produttore Domenico Procacci è quando un’opera sposa “qualità e risultati”: la prima serie c’è riuscita, alla seconda non mancano i numeri… Plauso, dunque, al cast artistico (di cui fa parte come voce narrante anche Alba Rohrwacher) e a quello tecnico (di cui non si può non nominare almeno ancora Giancarlo Basili per la scenografia, Max Richter per le musiche e Antonella Cannarozzi per i costumi). Dulcis in fundo, la foto manifesto di Lila in abito da sposa vale una mostra, qui la serie tv davvero si fa arte.

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