Il mondo del libro italiano è resiliente. Levi (Aie): “Per il rilancio è sufficiente un bonus per gli acquisti alle famiglie con bambini di 5-6 anni”
“Il mondo del libro è capace di affrontare le novità e reagire in fretta, sia esso rappresentato dalla piccola, media o grande impresa -ognuna con le proprie specificità -. Credo si possa guardare con ottimismo al futuro potendo contare su aziende efficaci. Il sostegno alla domanda è l’aiuto necessario. La ricchezza del libro è la ricchezza di tutto il Paese”, è un messaggio di speranza quello del presidente di Aie Ricardo Franco Levi che in una conferenza streaming, a fronte della crisi più importante del libro attraversata dal Dopoguerra a causa del lockdown per il Covid-19, immagina come unica forma di sostegno quella di un milione di buoni acquisto del valore di 100 euro da offrirsi a famiglie con bambini da 5 a 6 anni, una sorta di card benaugurante sul cominciare a leggere. Se si considera tutto il mondo del libro, anche l’editoria scolastica, si calcola ad oggi una perdita quest’anno che può oscillare tra più di 600 milioni e meno di un miliardo di euro, cioè del 20%-30%. Perché non aiuti diretti all’editoria libraria? “Sono un ginepraio – risponde -, la 18app ha mostrato che i buoni sono una misura vincente”.
Cosa è successo, nel dettaglio, al sistema libro nelle prime 18 settimane del 2020, meglio nei primi 4 mesi dell’anno, dopo i dati di incremento registrati nel 2019 del 4,9% per valore e del 3,3% per il numero di copie? Con le misure di contenimento del Coronavirus, questo scenario è completamente mutato. Il mondo del libro nell’arco temporale che va dal 24 febbraio al 14 aprile 2020 presenta da un lato il blocco del lancio delle novità, e quindi l’arresto della produzione, dall’altro il blocco della domanda attraverso la chiusura del 66% del mercato utilizzato dal 74% dei lettori. Ai minori ricavi per la chiusura delle librerie si è aggiunta la spesa sostenuta dalla filiera per le attività che precedevano il lancio, dall’acquisto dei diritti, alle traduzioni (il mancato incasso si è trasformato in oneri finanziari per le case editrici). Sulla vendita dei libri nel periodo acuto dell’emergenza ha influenzato: la presenza dei punti edicola che non hanno mai chiuso, i servizi di consegna a domicilio e le vendite online. Sulle prossime vendite saranno determinanti: la regolamentazione degli accessi nelle librerie, l’affollamento del lancio delle novità, i bestseller, i titoli che verranno riproposti, il blocco della manifestazioni, il cambiamento del comportamento dei consumatori, la riorganizzazione del sistema fieristico. Nel periodo di lockdown il mercato del libro ha registrato un calo del 19,9% a valore e del 189,2% a copia. Il settore dei bambini e ragazzi è quello che è andato meno peggio degli altri settori, come anche la specialistica; mentre la sezione narrativa fiction ha perso molto. Le vendite online sono passate in 16 settimane dal 26,7% della quota mercato al 47%. L’E-commerce – dati Nielsen alla mano – ha avuto un incremento del 21% per tutti i prodotti merceologici, con il 37% dei consumatori che ha usato per la prima volta gli store online; di contro, si è registrato il meno 9% per la grande distribuzione e il meno 28% per le imprese operanti su piccole superfici. Sul fronte libri, gli store tradizionali hanno avuto una perdita di 90,3 milioni, gli altri canali come fiere e università di 44,6 milioni, per un totale ad oggi di meno 134,9 milioni. All’inizio del lockdown il settore cartaceo è crollato del 66,3%, mentre quello degli e-book ha avuto un’impennata del 22,3%. Considerando solo i più grandi distributori – Ali, Messaggerie Libri e Mondadori -, per il cartaceo si stima un calo del 91,1%; mentre si ha un più 28,6% di ebook con Book Republica, Edigita e Mondadori (peraltro quest’ultima ha scelto di non uscire con molti nuovi titoli). In una fotografia scattata su di un campione di 931 librerie che aderiscono al circuito Arianna, si evince che già nell’ultima settimana prima del lockdown, la 10, si risentiva un po’ degli effetti del Covid-19 con in media un calo di vendite del 15%. A fronte della chiusura forzata, la resilienza delle librerie ha avuto successo grazie ad una resilienza declinata in: presenza in Rete della libreria, accessibilità online del catalogo e rete sociale forte sul territorio con consegne a domicilio. Anzi, grazie a questo, 17 librerie – diverse per tipologia e dislocate in vari punti del Paese – sono riuscite addirittura a vendere di più.
L’Italia del libro nel suo insieme è stata quindi pronta ad afferrare l’online per affrontare l’emergenza. Un esempio ulteriore? Si calcolano 4 milioni e mezzo di materiali didattici scaricati dagli studenti che erano a casa per integrare il loro libro di testo. Allora, l’emergenza sanitaria ha portato a nuovi atteggiamenti nei consumi del libro, a nuove tendenze necessarie e comunque già in atto? “Troppo presto per dirlo”, concordano gli esperti Giovanni Peresson, responsabile dell’ufficio studi Aie, e Simonetta Pillon (IE-Informazioni Editoriali).