Sfumature di introspezione in impressioni d’acqua: le fotografie di Ambra Insaudo
Solare e volitiva Ambra Insaudo, l’artista con cui Ponte Milvio Antiquariato di Roma apre le porte del nuovo Spazio Cultura domenica 6 settembre (appuntamento dalle ore 9 alle 19). La sua forza espressiva si basa su gusto e spontaneità. Le opere fotografiche esposte sono un trionfo d’acqua, tra zampilli di luce e sfumature di blu.
Architetto, una forte passione per il teatro, un romanzo pronto nel cassetto e un percorso fotografico sul trampolino di lancio con la mostra “Ambra Blu”. Cosa unisce queste diverse declinazioni artistiche?
“Indubbiamente l’ascolto. L’architetto ha il compito di ascoltare le esigenze del committente e la storia del luogo o dell’edificio in cui va ad intervenire, rispettandolo. L’attore ascolta quella parte di sé che lo fa entrare in empatia con il personaggio assegnatogli. Scrivere per me è stato come ascoltare la mia storia. La fotografia è uno strumento che utilizzo per ascoltare ciò che mi circonda“.
Le foto esposte a Ponte Milvio Antiquariato hanno come tema l’acqua. Sono scatti che emozionano e che rivelano anche una profonda attenzione alla natura. Sono impressioni artistiche con cui vuoi trasmettere anche un messaggio per sensibilizzare alla salvaguardia ecologica?
“Per quanto le foto non nascano con questa intenzione, sicuramente il rispetto dell’ambiente e del territorio mi appartiene. Sono del parere che alcuni interventi dell’uomo sulla terra siano necessari ed altri inevitabili, ma allo stesso tempo penso sia doveroso agire con il dovuto rispetto e senza permettere che l’evoluzione si trasformi in involuzione. Anche l’architettura può e deve essere sostenibile. Se il forte senso di rispetto che ho nei confronti della natura e del territorio arriva a sensibilizzare anche gli altri, ne sono felice“.
La maggior parte delle opere in mostra sono frutto di un viaggio in Islanda e rapiscono il cuore nei loro scintilli di luce: la terra di ghiaccio cosa ti ha lasciato nel cuore e negli occhi?
“Serenità, semplicità e silenzio. Ci sono pochissime costruzioni e quelle presenti sembrano integrarsi con discrezione nel contesto, sfruttando le risorse naturali di quella terra come la geotermia. Gli abitanti di quell’isola hanno un forte senso del rispetto per il luogo che li ospita. L’ecosistema sta subendo delle trasformazioni ed osservando soprattutto i ghiacciai ho provato dispiacere al pensiero che tra qualche decennio non ci saranno più e che chi verrà dopo di me non avrà l’opportunità di vedere lo scenario emozionante di cui ho potuto godere. Vendono una maglietta come souvenir in cui è rappresentato l’iter di scioglimento previsto del Vatnajokull: un vero peccato“.
Quando fai una foto, ti preoccupa di più la tecnica o il cogliere l’attimo che fugge?
“Per quanto riguarda la tecnica ho applicato la regola ‘impara l’arte e mettila da parte’. Quando scatto penso principalmente nell’inquadratura che il più delle volte si focalizza su determinati dettagli e rimandano il mio pensiero alla trama di una stoffa, alla planimetria di una città o a linee geometriche che creano elementi architettonici“.
Sei nata ai Castelli Romani, ma hai origini siciliane: nel tuo esprimerti nell’arte cosa metti di queste due magnifiche terre?
“Se penso alla Sicilia vedo il sole, i colori e la solidarietà. Se penso al paesino dei Castelli Romani in cui sono cresciuta dico l’introspezione e la diffidenza. Credo ci sia un po’ di tutto questo in ciò che creo, forse ancor più nelle tele in cui mi diletto di tanto in tanto“.