Romaison, i costumi cinematografici delle sartorie romane riconquistano la scena

“La cosa straordinaria dei costumi di scena è che sono fatti su misura per degli attori che hanno una presenza specialissima. Noi li viviamo solo indossati sullo schermo in un’inquadratura o sequenza scelta da un’altra persona. Come manufatti sono scaglie della storia, dei fossili che poi vengono scartati, oggetti unici che vivono una volta sola. Per quanto riguarda me che ho avuto il privilegio di toccarli e talvolta indossarli, nei costumi di scena avverto una presenza. Sono oggetti plasmati da artigiani di talento creati per il cinema. La loro presenza viva è elettrizzante per un’attrice come me. Passarli in rassegna è stato come attraversare una foresta perché i costumi di scena sono elementi viventi”, chi meglio di Tilda Swinton in diretta streaming poteva raccontare il valore di una mostra che valorizza gli abiti che hanno fatto grande il cinema italiano e le sartorie che li hanno cuciti. Apre al pubblico dal 23 ottobre “Romaison 2020”, una rassegna che vanta le firme di Annamode, Costumi d’Arte – Peruzzi, Sartoria Farani, Laboratorio Pieroni, Tirelli Costumi, e la presenza di bozzetti dall’archivio personale di Gabriele Mayer – un fondo di riconosciuta importanza storica che sarà donato alla Galleria Nazionale – oltre ad una sezione dedicata a Mensura, storico produttore di manichini. Allestita negli spazi del Museo dell’Ara Pacis e curata dalla storica e critica della moda Clara Tosi Pamphili, l’esposizione si apre con una mappa che permette di visualizzare la presenza degli atelier sul territorio, disegnando un ipotetico museo d’impresa in itinere. Successivamente il visitatore si troverà immerso nell’ambiente di un grande atelier, ricreato per l’occasione: qui la dimensione del lavoro, della tecnica, dell’artigianalità e dell’ispirazione – tipiche dell’ambito laboratoriale – dialoga con l’aspetto della ricerca e della conservazione, sviluppato dagli archivi delle singole maison.

In occasione del lancio della mostra, Romaison lancia il suo prossimo progetto, in programma per il 2021, “Embodying Pasolini”: una performance ideata e curata da Olivier Saillard, fashion curator ed ex direttore del Museo Galliera di Parigi, intorno ai costumi realizzati dalle sartorie romane per i film di Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975) – soprattutto “I racconti di Canterbury” (1972) e “Salò o le 120 giornate di Sodoma” (1975) -, realizzata assieme a Tilda Swinton, icona del cinema internazionale. “Pasolini per me è una figura molto speciale – racconta l’attrice scozzese -. Quando incontrai la prima volta Derek Jarman (cineasta scomparso nel 1994, ndr) per uno dei miei primi film, ‘Caravaggio’ (1986, ndr), siamo stati ben 15 minuti a parlare di Pasolini e del significato della sua opera, un artista così moderno ma capace di tornare ai miti e rivendicarli come suoi in maniera impavida”. “Da 10 anni cerco nuove forme per esporre gli abiti non più nella fredda teca di un museo – afferma il francese teorico della moda e designer Olivier Saillard, curatore della performance -, così ho pensato ad una maniera vivente e non algida. Questi abiti sono documenti, meglio monumenti. Diamo nuova vita a questi costumi riportandoli a nuova vita. Covid-19 permettendo, cercheremo di avere il visitatore coinvolto da vicino nella performance con Tilda Swinton che sarà accompagnata nelle sue assenze e presenze da estratti di parole di Pasolini”.

Questa mostra è l’orgoglio della sindaca Virginia Raggi che crede e investe in “Roma capitale della creatività”, sostenendo: “Romaison 2020 racconta una città unica dove moda e cinema generano da sempre un sistema creativo apprezzato in tutto il mondo. Grandi registi e produzioni internazionali scelgono Roma per i loro capolavori. Anche in questo momento storico la nostra città rappresenta uno scenario perfetto per realizzare opere cinematografiche, un laboratorio dove poter fare ricerca continua e realizzare costumi. Il cinema ispira la moda e la moda ispira il cinema in un continuum temporale unico. Romaison 2020, innovativo progetto curato con garbo e tenacia da Clara Tosi Pamphili, è un omaggio alla storia e alla capacità delle sartorie romane, eccellenze del Made in Italy. Questa mostra è un evento che esalta la produzione stilistica capitolina e le grandi firme che da sempre vestono le icone del cinema. Questa grande industria è un esempio di eccellenza e di economia circolare concreta: un patrimonio di cultura grazie al quale i costumi si riadattano, coniugando innovazione, sostenibilità e conservazione. Una cura di patrimoni, anche di terza generazione: è così che migliaia di abiti divengono oggetto di studio e ricerca per molte realtà, soprattutto per le ‘case’ e le scuole internazionali di moda. Un ringraziamento va alla straordinaria Tilda Swinton, artista poliedrica che ha scelto Roma per una performance unica: ‘Embodying Pasolini’. Segno della centralità e della continua attenzione che cinema e moda hanno per Roma e l’Italia”.

Romaison 2020 non si ferma a questi due appuntamenti, ma vuole essere l’incipit di qualcosa di più grande: un laboratorio di sartoria che possa coniugare la conservazione di grandi capi di moda all’attività di ricerca sugli abiti di domani.

You May Also Like

All’Ara Pacis di Roma “l’occasione di rendere onore ai ludi scenici”

Narni, una continua scoperta

Padre e figlio allo specchio, ai Musei Capitolini di Roma la mostra sui Lippi

“La Conserva della neve”, un’immersione nel verde tra cultura e bellezza