Di Fede: “Il tema dell’inclusione è indifferibile”. Il 25 novembre torna il Social Film Festival Artelesia

“Mi presento: sono un ragazzo diversamente abile nato a Napoli il 21/08/1988 e risiedo a Telese Terme (BN). Diplomato all’I.T.C.G. di Cerreto Sannita (BN). La mia disabilità motoria non costituisce un limite al mio costante desiderio di partecipare ad attività culturali e sociali e di esprimere in tutte le occasioni le mie potenzialità. Ho tanti interessi ma il teatro ed il cinema mi appassionano più di ogni altra cosa; per questo ho scelto di frequentare il Laboratorio Teatrale ‘Libero Teatro'”. Parte dalla pagina del sito di Francesco Tomasiello questa presentazione del Social Film Festival Artelesia 2020 che nasce da una sua idea nel 2008 a Benevento. Questo concorso internazionale del cinema sociale ha quest’anima così genuina e vera alla base da renderlo totalmente puro. Giunto alla sua XII edizione, si terrà nel rispetto della normativa anti-Covid in forma digitale sui canali ufficiali del Festival (sito, pagina facebook e youtube) e sulla piattaforma MyMovies. Per sapere più da vicino cosa accadrà alla rassegna che si terrà dal 25 al 29 novembre abbiamo sentito Antonio Di Fede che ha stilato il programma.

Antonio Di Fede

41 anni, docente di diritto privato all’Università di Benevento, Antonio Di Fede com’è approdato alla direzione artistica del Social Film Festival Artelesia 2020?

È un lungo percorso, nel senso che io a fronte della mia carriera di avvocato e quella universitaria, fin da ragazzino mi sono imbattuto in studi teatrali, ho fatto per diversi anni laboratori teatrali e ho iniziato a recitare da giovanissimo. L’inclinazione per l’aspetto artistico l’ho sempre avuta. Da lì, dal teatro, dopo diversi anni, mi sono approcciato a questa bellissima iniziativa che già c’era nella mia città, che è appunto il Social Film Festival. Ho conosciuto alcuni degli organizzatori e mi sono imbarcato in questa impresa. Ho cominciato ad appassionarmi anche all’aspetto della promozione del cinema. È stato un proseguimento di un piacere artistico iniziato prima per altre motivazioni in qualche modo“.

Quali sono le peculiarità di questa rassegna che l’hanno resa speciale ai suoi occhi?

La cosa più bella del festival è che è sociale, che mette molto in risalto quelli che sono i temi della solidarietà e dell’inclusione sociale ai quali tengo molto e anche i temi della disabilità. Noi in questo festival abbiamo una sezione speciale che è appunto ‘disabili’, che si dedica a quelli che sono il cinema realizzato da registi e attori diversamente abili oppure a lavori che trattano della diversità per far capire che la disabilità è negli occhi di guarda, perché le persone disabili sono persone che fanno esattamente quello che facciamo noi, non cambia nulla. Questo mi ha molto, molto appassionato e da qui è nato questo mio interessamento a questo festival che, ripeto, ha questa caratteristica che lo rende un po’ un unicum, perché noi battiamo molto sull’aspetto del sociale, questo è molto importante per noi. Tutto il resto ruota intorno a questi messaggi importanti di inclusione che sono un po’ il leitmotiv del festival, dei lavori che arrivano e degli eventi che di volta in volta vengono scelti“.

Quest’anno sarà un’edizione digitale, quali sono i punti di forza?

Quest’anno per ovvie motivazioni, per questa orrenda pandemia che si è abbattuta sull’Italia e sul mondo, siamo stati costretti in corso d’opera a spostare tutti gli eventi online. La cosa positiva è che l’online ti consente di essere raggiungibile da un pubblico molto più ampio perché è ovvio che tutti i nostri prodotti che sono presenti sulla piattaforma mymovies, che è una piattaforma nazionale, oppure sui nostri siti e canali ufficiali sono visibili da chiunque. Questa versione online ci consente di arrivare a più persone rispetto al pubblico di una singola città che chiaramente è più ristretto. Se si dovesse rintracciare la cosa positiva, direi che è questa“.

Le proiezioni sono gratuite oppure si pagherà un biglietto?

Sono tutte gratuite tranne due film, uno in particolare che è un’anteprima nazionale che è ‘L’ombra del lupo’ di Alberto Gelpi e l’altro è ‘L’ultimo giorno del toro’ di Alessandro Zizzo“.

C’è uno slogan per questa dodicesima edizione?

Gli altri anni lo avevamo immaginato, quest’anno avrebbe dovuto essere ‘Vicini, ma lontani’ però è già stato tanto battuto così abbiamo solo aggiunto il nome #onlineedition. Sottolineo però che non c’è un tema portante ma è quello globale che è quello dell’inclusione, del sociale“.

Per lei certamente sono imperdibili tutti gli eventi, ma cosa si può segnalare all’attenzione dei più?

Segnalo sicuramente la serata del 27 novembre, quella di premiazione e gala condotta da Pino Strabioli, con la possibilità di ospitare tantissimi attori e registi, che fanno parte di una delle categorie più colpite da questa pandemia. In questo incontro parteciperà come ospite internazionale Christopher Lambert, che è poi anche protagonista del film che lanciamo ‘L’ombra del lupo’, e accanto a lui tantissimi sono gli amici: Nancy Brilli, Francesca Rettondini, Gaia De Laurentiis, Giampiero Ingrassia, Rosalia Porcaro, Vittoria Belvedere e tantissimi altri amici nostri, amici del festival, che quest’anno, anche non essendo in concorso, hanno deciso di affacciarsi al festival per dare un saluto, per dare un segno di vicinanza, un segno di speranza a chi vedrà questo evento. Sono molto belle le interviste fatte a questi personaggi“.

Quindi è tutto registrato prima?

Sì, perché fare un live con diciotto collegamenti diventava pericoloso, così abbiamo optato per una registrazione“.

Qual è il suo augurio per il futuro della rassegna?

Io mi auguro in generale, non solo per il Social, ma in generale per le realtà che si occupano di cultura, cinema e teatro che possano crescere. Mi auguro che il festival possa crescere sempre di più e diventare un appuntamento anche nazionale importante, anche perché, a fronte degli spettacoli e degli eventi che portiamo in scena, c’è dietro un messaggio molto importante al quale teniamo molto. Quindi la crescita del festival alla ribalta nazionale significa anche mettere all’attenzione della nazione tematiche che sono assolutamente urgenti e indifferibili in qualche modo. Mi auguro di riuscire a portare questi nostri messaggi al di là della frontiera di una regione, estenderli a livello nazionale e, perché no, anche internazionale perché al nostro festival arrivano lavori da tutto il mondo. Quindi mi auguro di espandere sempre più questo festival proprio per portare avanti questi messaggi importanti“.

Voi fate opera di sensibilizzazione, ma indite anche concorsi o raccolte fondi per aiutare persone con disabilità?

Fino all’anno scorso associavamo sempre a uno degli eventi in concorso una raccolta di fondi. La scorsa edizione ci siamo adoperati per un’iniziativa che si chiamava ‘Un ascensore per Vito’ che era la possibilità di raccogliere dei fondi per comprare e far montare un ascensore per questo ragazzo disabile che viveva all’ultimo piano di questo palazzo e non riusciva ad accedere a casa. Quindi ogni anno abbiamo sempre legato le attività di spettacolo ad un evento solidale in maniera molto più concreta. Quest’anno in realtà la nostra intenzione era quella di lanciare un crowdfunding per la raccolta di fondi per il sostegno alla ricerca del Covid. Su questo ci stiamo lavorando per essere trasparenti. Sono in contatto con il dottor Ascierto, tra i protagonisti della scena medica per la lotta al Covid. Speriamo di riuscire a portare in porto questo progetto o ora o anche in un momento successivo visto che il festival ha tanti eventi collaterali“.

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