Cristiano Turrini: “Lavoro a 360 gradi con la mia voce”
Ha da poco festeggiato il suo 31esimo compleanno (è nato il 3 dicembre 1989) in famiglia mangiando sushi e col cuore colmo di felicità sulla scia dell’uscita del singolo “Sulle note di Elvis” (Cantieri Sonori) che ha scritto con Marco Canigiula (all’arrangiamento ha contribuito anche il producer Skywalker-Marta Daddato). È il cantautore romano Cristiano Turrini il cui pregio è essere tenace, “non mi fermo mai alle prime difficoltà“, e un suo difetto, forse, è pensare tanto alla musica da risultare “pigro” nel privato!
Cristiano, ascolti molto i vinili?
“Non ho il giradischi, ma ne ho tanti di vinili!“.
Di sicuro avrai il primo vinile del re del Rock and Roll (“Elvis Presley” è il primo album di Elvis Presley, il 33 giri fu pubblicato in Italia dalla Rca Italiana nel dicembre 1956 con numero di catalogo A12P 0031 e venne ristampato nel 1962 con un nuovo numero di catalogo, LPM 1254) come si evince dal videoclip del tuo ultimo singolo “Sulle note di Elvis” (Cantieri Sonori): su quale onda emozionale di ricordi nasce questa canzone?
“Non è un racconto personale. Quando scrivo a volte mi lascio trascinare da alcuni momenti, dal clima, dalla situazione, dalla musica, dall’armonia che trovo e mi lascio trasportare da queste sensazioni. Non c’è un vero e proprio riscontro personale su questa storia. Mi sono un po’ divertito a raccontare un ipotetico ricordo di una storia d’amore, ma non c’è nulla di personale“.
Il videoclip ufficiale del brano, diretto da Giuseppe Foglia, include una sequenza di immagini che vede la partecipazione della giovanissima attrice Roberta Sardella (della serie “Don Matteo 11”): com’è stato questo incontro sul set?
“Molto divertente. Lei è una mia amica, la conoscevo già per altre situazioni come il fatto di aver girato già il videoclip di Bolo Mai. Lei è un uragano, molto energica, molto brava. In video spacca“.
Il paesaggio del video è mozzafiato. Dov’è?
“Ho due singoli dove tutti pensano che io sia stato lontano, in Malesia e in Islanda. In realtà, purtroppo, per il periodo di emergenza sanitaria che stiamo attraversando, ho dovuto un po’ adattare alcune location che potessero sembrare, assomigliare… In questo caso è un Altopiano molto bello e suggestivo che si trova a Rieti“.
In una nota stampa ho letto che “Sulle note di Elvis” continua quello che è stato il lavoro fatto con “Kuala Lumpur” sperimentando sempre nuove sonorità che credi ti rappresentino maggiormente: puoi spiegarmi?
“Fondamentalmente i sound sono diversi perché una era un mid tempo e questa è una ballad classica con richiami a dei suoni anni Ottanta, Novanta. Qui c’è un synth particolare. Sto un po’ sperimentando la mia musica anche dal punto di vista degli arrangiamenti. È un continuo, perché anche a livello di testo, di come sto raccontando le mie storie, sto cercando di dare tutto un filo conduttore, però sicuramente i due mondi sono diversi già per il fatto che una è una ballad e una è un mid tempo, già quello cambia. Però, se si ascoltano una canzone in fila all’altra, si sente che c’è un percorso anche a livello di voci. Sto cercando di fare arrangiamenti a due voci, con le ottave basse, insomma per non entrare troppo nel tecnico, sto cercando di creare un sound e di portarlo avanti un po’ in tutti i miei lavori“.
Nel marzo 2013 hai doppiato il telefilm “Violetta” per Walt Disney: fare il doppiatore è qualcosa che ti piace e continui a coltivare?
“Assolutamente sì. È stata una bellissima esperienza, quella è una delle prime, ma interessantissima anche perché un kolossal. Io facevo ovviamente delle piccole parti, ero giovane, però è stato un bel trampolino di lancio. Io continuo tuttora a fare doppiaggio e lavoro per Netflix. Faccio tantissimi film, cartoni, e adesso, in particolare, sto collaborando a dei cartoni. Sto continuando a lavorare, il lavoro c’è, il doppiaggio è un bellissimo mondo, è difficile, ma se posso mettere la mia voce anche in questo… Io lavoro a 360 gradi con la mia voce“.
Hai partecipato (in trio con Roberto D’Addio e Alessandro Corsi) al Festival di Castrocaro su Rai2 con gli inediti “Tempesta solare” e “Dicono che le cose”: hai mai pensato al Festival di Sanremo?
“Assolutamente sì, sono diversi anni che provo da solista. Un paio di anni sono entrato nei ’60 giovani’ con un paio di brani, con ‘Tutto quello che non siamo’ e ‘Irrazionale’. Quindi già ho avuto delle esperienze dal punto di vista del provino in Rai, davanti a Carlo Conti e a Claudio Baglioni. Poi purtroppo non sono riuscito a superare lo step… Ma tra 800, mille candidati, anche entrare nei ‘sessanta’ è stata una bella soddisfazione. Ovviamente spero che in questi due prossimi anni, visto che teoricamente a livello di età mi mancano due anni per poi non poter più partecipare, riesca a presentare dei progetti validi così da poter andare sul palco dell’Ariston, almeno nei giovani adesso, poi si vedrà. La strada col trio jazz a cui ti riferivi è stata una bellissima esperienza, abbiamo anche fatto un musical insieme, ci siamo anche molto divertiti ed eravamo molto credibili, poi dopo le nostre strade professionali si sono divise, ma siamo tuttora amici“.
Nel 2018 sei stato coautore, unitamente a Marco Canigiula, del brano “Sconnessi” (interpretato da Carolina Rey), colonna sonora dell’omonimo film di Christian Marazziti: senti tuo il mondo delle colonne sonore?
“Assolutamente sì. Come ti dicevo, sono cantautore, faccio doppiaggio, canto, sono corista, tutto ciò che è lavoro con la voce io cerco di farlo a 360 gradi, anche perché è difficile vivere come cantautore non famoso o comunque dove non puoi fare un concerto o la tua musica non è ascoltata da milioni e milioni di persone. Quindi, per sostenere anche il mio lavoro, insieme alla mia etichetta (Cantieri Sonori), devo e voglio lavorare con la voce, quindi oltre al doppiaggio faccio anche altre cose. Questa di ‘Sconnessi’ è stata un’esperienza straordinaria, se dovessero uscirne altre così sarebbe magnifico“.
Dopo “Sulle note di Elvis”, come continuerà il tuo percorso discografico da cantautore?
“Io sto continuando a scrivere. Ho altre idee, altri brani in serbo, in realtà delle collaborazioni… Mi piacerebbe affrontare dei duetti, un featuring. Sto già parlando con diversi artisti che vorrebbero partecipare. Ho dei brani… già due, tre singoli pronti ad uscire dopo aver dato spazio a quest’ultimo“.
Quali sono i tuoi artisti di riferimento?
“Per quanto riguarda la musica, la voce, a livello internazionale per me Sam Smith e Stevie Wonder sono il top. Per quanto riguarda il campo italiano mi piacciono molto i cantautori, sto ascoltando molta roba moderna, mi sto appassionando tanto, da Mengoni a Gaia. Sono molto affascinato da questi artisti ‘giovani’, perché Mengoni già è diversi anni che è qualcuno. In ogni caso, mi piace ascoltare tanta, tanta musica perché ormai il mio orecchio è più critico, è l’orecchio di uno che le scrive le canzoni, quindi vuole capire cosa hanno fatto, perché hanno scritto quello, come mai, ci vado critico e non ci vado solo come un appassionato“.
Qual è il tuo motto?
“‘Provare e crederci fino alla fine’ è una cosa che mi porto appresso da diversi anni!“.