LeiKiè: un “porta a porta” melodico che porta sorrisi, anche in 3d!
LeiKiè, ha un’identità misteriosa, ma se chiedo luogo e data di nascita, o almeno dove vive?
“No, non si può dire“.
Nulla?
“Nulla, è tutto top secret“.
Incontriamo l’anima del progetto che impazza sul web cavalcando diverse lingue in note e con ironia.
Nel nome LeiKiè racchiude proprio il fatto che non si sa chi è ponendo una domanda. Cantando in diverse lingue (cito ad esempio inglese, spagnolo e giapponese), si presenta con nomi diversi, o almeno il nome LeiKiè resta una costante?
“Rimane una costante chiamandosi LeiKiè, ma viene specificato qual è il significato di ‘Lei chi è?’ in italiano“.
Ma è una fan di Renato Zero (che canta “Lui chi è?” nel brano “Triangolo”)?
“Anche se mi piace molto e amo la sua teatralità, in realtà ‘LeiKiè’ è un puro quesito a cui si risponde man mano che escono i diversi singoli. Diciamo che LeiKiè è esattamente colei che appare nei video musicali, è infatti sempre presente nei videoclip con personaggi differenti eogni volta racconta qualche cosa di diverso e anche un’emozione diversa. Molti brani giocano con la satira, l’ironia, l’autoironia, anche il no sense e un sottotesto che invita a una riflessione più profonda. Ci sono anche dei testi di brani che usciranno più avanti che sono più drammatici o commoventi, parlano e raccontano sempre delle emozioni della vita quotidiana che tutti viviamo in qualche fase della nostra vita. Da qui nasce il ‘non riuscire ad identificarsi schematicamente in un qualche cosa di preciso’. Tutto ciò sarà più chiaro man mano che usciranno i vari singoli. LeiKiè ha avuto infatti qualche difficoltà prima di uscire, perché non si sapeva bene come identificare questo progetto. In archivio ci sono infatti brani demenziali piuttosto che drammatici, inoltre il progetto musicale è connesso fortemente ai video musicali. Non si tratta solo di musica ma anche di video di cui curo anche la direzione. I video di solito vengono realizzati con animazioni in 2d, in 3d, o con tecniche miste. Nei video si gioca con personaggi da me interpretati e tutto ciò rende la performance molto teatrale“.
Quindi come nasce e definisce questo suo progetto declinato in diverse lingue?
“Un ‘porta a porta’ melodico che ‘porta’ sorrisi oltre frontiera“.
Quante lingue realmente è in grado di parlare?
“Conosco diverse lingue, però non parlo tutte quelle che ho cantato come ad esempio la lingua giapponese. È stato molto divertente cantare in giapponese, è stato un gioco divertente e molto spassoso perché ho trovato una coach molto valida che si divertiva anche lei a giocare insieme a me. Mi diceva infatti la pronuncia in giapponese com’era, io però oltre al brano cantato, dovevo interpretare anche tutti e 5 i personaggi di ‘Andiamo al mare’, quindi il papà, i due figlioletti, la mamma, la giornalista presenti nell’intro. Dovevo quindi interpretare questi personaggi in maniera buffa e un po’ grottesca, per cui facevo fare alla coach il personaggio che dovevo interpretare io e, poi, io interpretavo quello che lei interpretava, insomma ci siamo divertite molto. Di solito i giapponesi sono un po’ più trattenuti rispetto al carattere espansivo tipico italiano,ma lei è stata molto brava perché ha giocato anche lei con questi personaggi, per cui abbiamo riso tantissimo. L’abbiamo fatto in poche ore, tra l’altro, abbiamo fatto tutto in un pomeriggio, quindi anche per me è stata una sorpresa molto divertente”.
Si sente una cantante, un’attrice o una mediatrice culturale?
“È questo il problema ed è per questo che c’è LeiKiè, perché mi perdo in ogni percorso parallelo che si apre, mi perdo via molto. Inizialmente la definivo una difficoltà, invece adesso non la definisco così, semplicemente ‘non mi sono definisco’ e per questo mi ritrovo bene nel nome di LeiKiè, perché abbraccio più forme artistiche. Poi sono arrivata alla conclusione che sia meglio non definirsi per meglio conoscersi, perché a volte crediamo di essere qualche cosa e, a furia di crederlo, magari ci precludiamo di poter fare anche altre cose. Invece se abbracciamo, ci lasciamo coinvolgeredal mondo creativo, riusciamo anche ad abbracciare delle forme d’arte diverse. Ciò che è creatività e fantasia dobbiamo sempre lasciarla libera di esprimersi“.
Visto che abbraccia tanti settori diversi, ha un team su cui poter contare?
“Sì, assolutamente sì. Nell’etichetta che si chiama Not Just Music che significa, appunto, ‘Non solo musica’, c’è un team di persone che lavorano sull’animazione 2d, 3d, video editing e anche programmazione, perché oltre a questi progetti musicali ci sono anche altri progetti di film animati che stiamo facendo e che usciranno più in là. In questa etichetta Not Just Music, mi ci ritrovo completamente. È dalla musica che è nato tutto, ma ancor prima della musica, c’era il teatro, per cui si sono abbracciate tante diverse forme d’arte che adesso cominciano a uscire. Vi sorprenderemo in maniera graduale perché non possiamo uscire con tutti i progetti contemporaneamente, ma li pubblicheremo mano a mano sperando che il pubblico ci segua in questa folle avventura“.
Il brano pubblicato a gennaio, “Fantasia nella fattoria”, è un messaggio di unione e fratellanza al di là di ogni diversità, in cui utilizza il linguaggio dei bambini nel testo, nelle sonorità e nell’animazione. Come nasce questa canzone?
“Giocando, perché cantare è una cosa meravigliosa che può fare chiunque in ogni momento e lo suggerisco perché fa stare tanto bene. Così come, per molte altre persone, può far bene suonare una chitarra piuttosto che suonare un flauto o andarsi a fare una corsa, ridere, etc. Cantare è una sorta di meditazione, lo faccio molto spesso tra me e me. Il famoso ‘cantare sotto la doccia’ lo pratico per divertirmi io per prima, per giocare con me stessa, poi spesso registro le parole e melodie pazze che fuoriescono in alcuni momenti. Quel giorno, era mattina e stavo uscendo di casa per andare in studio e portare avanti questo progetto animato, mi sono messa a cantare, e mentre cantavo sono uscite delle parole e, ascoltandole, mi sono resa conto che una gallina e una capretta si stavano innamorando e si stavano fidanzando, allora mi sono messa a ridere e mi sono fermata, ho detto’ritardo l’uscita di casa’ e mi sono messa a proseguire questo racconto per vedere come sarebbe andato avanti il racconto con tutte le altre specie di animali in un’ipotetica fattoria, e quindi sono usciti tutti questi innamoramenti fino ad arrivare all’ultimo buffo e simpatico della vacca e del maiale dove ‘è tutto regolare’. Mi sono divertita a giocare con ironia, forse il brano ‘Fantasia Nella Fattoria’ è un’evoluzione di ‘Nella Vecchia Fattoria’ modernizzata. Di base la fantasia e la creatività bisogna lasciarle andare perché il mondo è ancora più creativo e più fantasioso di noi. Ci dà talmente tanto di bello, di diverso, di alternativo che non dobbiamo mai precludere nulla di ciò che è nuovo e diverso, ma anzi, accoglierlo e lasciarlo arrivare. Faccio l’esempio di alcuni video che si vedono molto spesso sui social, ad esempio ce n’è uno che abbiamo pubblicato da poco di un cagnolino e di un’oca che sono insieme, che si abbracciano e si coccolano tra di loro e lo abbiamo portato come parallelo con il nostro videoclip ‘Fantasia nella fattoria’ in cui c’è un cagnolino che s’innamora del cigno (ok non è un’oca ma ha solo il collo bianco un po’ più lungo, fa comunque sempre parte di una stessa famiglia). Sembra tanto strana questa situazione, ma se ne vedono spesso di video di animali di diverse specie che stanno insieme, si vogliono bene, sono davvero molto emozionanti, perché ti fanno provare tenerezza e amore. È ciò che abbiamo voluto creare nella nostra ‘Fantasia nella fattoria’, in cui, lasciando andare la creatività, nascono nuove speciedi animali visibili attraverso delle illustrazioni molto belle e originali. Accogliendo tutto ciò che è nuovo e diverso, raggiungiamo maggiore bellezza e maggiore emozione“.
Ha parlato di satira e ironia, me le declina a modo suo?
“La satira e l’ironia per me sono una filosofia di vita perché sdrammatizzare, ironizzare, creare sempre sorrisi e portare sorrisi agli altri, credo che sia, non necessario, ma fondamentale per vivere una vita serena e di benessere. La vita a volte può essere dura con noi, o comunque farci passare dei momenti, o dei periodi non semplici, però avere sempre il sorriso, non solo sulle labbra, ma soprattutto negli occhi è importante perché, quando sorridiamo con gli occhi, stiamo davvero sorridendo con l’anima. Questo ci porta ad alleviare tutto ciò che percepiamo pesante. Ci fa rivedere da un’altra prospettiva la realtà. Ci aiuta anche a trovare delle soluzioni e a riconquistare una serenità che magari in quel momento non possiamo percepire perché non siamo in grado di vederla e o non vogliamo vederla senza sorriso. Invece, il ‘sorridere dentro di noi’, ‘con gli occhi dell’anima’, ridere, scherzare, ironizzare con una battuta verso noi stessi, per poi far ridere noi ma anche, ovviamente, chi è affianco a noi, alleggerendo anche gli altri, è un qualche cosa di magico per farci vivere meglio. Questo è quello che cerco di portare nelle mie canzoni e video musicali. O meglio, nella maggior parte delle canzoni, perché poi ne pubblicheremo altre che saranno meno divertenti, saranno un po’ più drammatiche, ma parleranno comunque e sempre delle emozioni che fanno parte della vita“.
Ci dà l’appuntamento per la prossima tappa?
“Abbiamo due progetti in corso, stiamo facendo fare la gara alla realizzazione di 2 video musicali. Credo che tra un mesetto saranno pronti entrambi e bisognerà decidere chi far uscire prima, dipende da chi arriverà per primo al traguardo perché uno è animato in 2d con l’inserimento di un personaggio di LeiKiè, invece l’altro è tutto girato su green screen con tanti personaggi buffi e divertenti sempre interpretati da LeiKiè“.
C’è un personaggio di LeiKiè a cui è più legata?
“No, mi diverto con tutti. L’altro giorno abbiamo fatto una prova costume e trucco per uno di questi video musicali e ciò che più mi dispiaceva era il pensare che avrei dovuto togliermi di dosso i costumi, mi sarebbe piaciuto tenermeli addosso insieme per due, tre giorni, perché sentivo l’esigenza di rimanere nei personaggi. È chiaro che quando sono buffi e simpatici è proprio divertente, quindi quando mi immedesimo in queste parti mi manca tanto non rimanerci per tutto il giorno. Sicuramente il teatro è una componente molto, molto presente in me“.
Quando tornerà la possibilità di fare live, li farà?
“Per adesso non è ancora previsto perché stiamo lavorando molto con questo film animato in 3d, abbiamo una produzione in corso contemporaneamente agli altri video musicali. Non è detto però che non si possa programmare un live appena sarà possibile“.
Ha mai pensato a corsi di lingue con il suo progetto?
“Il video musicale ‘Andiamo al mare’ lo abbiamo registrato in cinque versioni, abbiamo promosso queste cinque lingue anche per chi le volesse imparare. Per esempio, alcuni bambini, che si sa, hanno molta facilità ad imparare le canzoncine, ci hanno mandato le loro versioni con le loro vocine cantate nelle diverse lingue. Abbiamo considerato di andare oltre frontiera ad abbracciare altre lingue, nuove culture per sorridere insieme portando sorrisi ovunque. Questa è la nostra maniera di fare corsi di lingue. Personalmente ho vissuto anche fuori dall’Italia e penso che imparare lingue diverse e nuove culture allarghi tantissimo gli orizzonti. È un momento di crescita grande, da qui la scelta di promuovere attraverso la melodia e le sue diverse versioni in lingua, il nostro ‘porta a porta’ melodico per portare sorrisi oltre frontiera“.