I Tazenda toccano il cuore cantando “Antìstasis”: “Resistenza!”

Piace riascoltarli nuovi e diversi nel primo lavoro inedito dall’entrata nel 2013 di Nicola Nite (voce, chitarra ritmica, chitarra acustica) che si è unito a Gino Marielli (chitarra solista, cori e autore di tutti i testi) e Gigi Camedda (tastiera, voce secondaria) nella formazione rock etnica dei Tazenda (nella foto sono ritratti da Domenico Rizzo): da venerdì 26 marzo, in versione cd e in digitale, c’è “Antìstasis” (Vida Records/Believe/Discoteca Laziale), il loro ventesimo album, che arriva a 30anni dalla loro prima partecipazione al Festival di Sanremo con “Spunta la luna dal monte” insieme a Pierangelo Bertoli. Il titolo dal greco classico significa “resistenza” ed è l’alito sul nostro presente, in un disco che incontra tradizione e innovazione, in cui si raccontano storie di vita comune tra debolezze, paure e speranze riposte nel futuro. Il lavoro raccoglie 11 brani inediti (più 1 remix), in lingua sardo-logudorese e italiano, in cui si fondono il desiderio di esplorazione, l’attenzione di produzioni moderne e la ricerca della semplicità stilistica e vocale. La tracklist comprende: “Coro”, “La ricerca del tempo perduto”, “Ammajos”, “Splenda”, “A nos bier”, “Essere magnifico (feat. Black Soul Gospel Choir)”, “Dolore dolcissimo”, “Tempesta mistica”, “Dentro le parole”, “Innos (feat. Bertas)”, “Oro e cristallo (feat. Matteo Desole)”, “A nos bier (alternative version re-produced by jxmmyvis)”. Il singolo “La Ricerca del Tempo Perduto”, uscito il 19 marzo, trae spunto dalla canzone d’autore italiana con la sua tradizione di contenuti poetici e parla di quel viaggio che ogni essere umano compie per trovare la sua strada. Il video è diretto da Italo Palmer ed è girato presso il Carcere di San Sebastiano a Sassari da dove si terrà un live streaming nella giornata d’uscita del disco.

IL TITOLO – L’idea sembra sia venuta a Gigi Camedda vedendo “La casa di carta”, ma Gino Marielli sottolinea: “Ognuno oppone la sua resistenza a modo suo. Resistiamo, non abbiamo alternativa. Questo disco per noi è futuro. Ognuno di noi ha una resistenza diversa. Noi abbiamo un controllo piccolissimo delle cose. Forse la migliore saggezza è di accettare le cose, quando piove, piove, quando c’è il sole c’è il sole. La mia è una resistenza di saggezza zen che accetta quello che c’è. La resistenza è diversa da persona a persona”. “Quando un uomo non lavora si sente inutile e si deprime – aggiunge Gigi -. Il disco era già finito quando abbiamo scelto il titolo che si collega a questo momento. Il titolo serve a sottolineare che il disco nasce in questo momento. Io credo che ne usciremo da questa situazione. Credo che questi che viviamo siano gli ultimi colpi di coda”.

L’ELEMENTO CENTRALE DEL DISCO – “È la musica – dice Gigi – . Ci siamo presi tanto tempo per farlo e abbiamo pensato come sempre a divertirci per fare musica”. “La caratteristica dei Tazenda è sempre stata l’unione di tradizione e rock, ma questa volta abbiamo spaziato in svariati generi, cercando di mantenere al centro la Sardegna – spiega Nicola Nite -. Abbiamo fatto un enorme lavoro per avere coro e strumento sardo”.

LA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO – Da Marcel Proust ai Tazenda? “Uno dei concetti più belli dal libro – racconta Gigi – è il fatto che un uomo sente un profumo e torna a ricordi come la casa dei nonni ma con bellezza, navigando nel passato da bambini, godendosi la felicità di allora inconsapevolmente”.

COME NASCONO LE CANZONI – “Prendo la chitarra acustica e inizio a cantare in inglese finto finché trovo una melodia che mi piace e, quando mi piace, vedo se trovo le parole che si sposano con essa – confida Gino che compone le canzoni dei Tazenda – . Altre volte nascono musica e parole insieme, e la melodia perde a vantaggio del testo. Ma poche volte nascono prima i testi. I Tazenda sono più famosi per le note, quindi la melodia è più importante”. Entra il vissuto? “Chi fa arte – osserva Gino – la fa attraverso quello che è, quindi attraverso la sua vita e il suo vissuto”. “Noi dei Tazenda abbiamo scelto di avere un rapporto molto stretto con la band, siamo una banda di sette persone, di cui noi siamo il trio, ma abbiamo scelto di viverci a vicenda rispecchiandoci ognuno nell’altro – precisa Nicola Nite -. I cambiamenti nelle nostre vite personali si sono riversati in questo disco e nella sua creatività”.

LA COLLABORAZIONE CON I BERTAS – “I Bertas, in un certo senso, sono i nostri antenati – racconta Gigi -. Hanno cinquant’anni di storia, hanno successo con ‘Fatalità’ scritta dal maestro Pintucci. Loro ci ospitarono nella loro sala prove gratis e da allora non siamo mai stati rivali. Noi siamo loro ammiratori. A metà della storia della vita dei Bertas stavano quasi per sciogliersi, quando siamo venuti fuori noi a loro è tornata la voglia e hanno fatto ancora dei bellissimi dischi in sardo. Noi abbiamo avuto il piacere di chiamarli per ‘Innos’, canzone che poggia sul fatto che la musica è la nostra indipendenza e ci rende liberi di poterci esprimere. In questa canzone abbiamo messo i fiati, una banda e basta come se fossimo in giro per una piazza a festeggiare, un’immagine che può toccare il cuore”.

LIVE – “A metà dicembre – rivela Gigi -, siamo entrati in sala prove per lo spettacolo che faremo il 26 marzo e quest’estate”.

IL PUBBLICO DEI TAZENDA – “Ci segue il popolo sardo, ma non solo – osserva Gino -. Siamo apprezzati un po’ da tutte le parti, ma la Sardegna è la terra che ci segue da tutte le parti”. “Noi suonavamo anche all’estero per il popolo sardo – aggiunge Nicola -. Quando suoniamo all’estero, infatti, arrivano tanti dei nostri conterranei che è sconcertante vedere quanti sono in giro. In un’altra terra noi sardi sembriamo brillare ancora di più”.

LA CANZONE D’AUTORE – “Noi abbiamo incontrato il cantautorato italiano con Pierangelo Bertoli e abbiamo collaborato con De Andrè – racconta Gigi -. La canzone d’autore ha ancora una grandissima forza, ha il dono di raccontare, parlare molto di più e può utilizzare tutte le parole del dizionario, anche il termine ‘elettrodomestico’”.

IL RICORDO DI ANDREA PARODI – “La morte di Andrea Parodi (cantautore scomparso nel 2006, ndr) è stato un duro colpo, in meno di un anno si è ammalato e se n’è andato – ricorda Gigi -. Non viveva più a Sassari. Viveva a Cagliari negli ultimi tempi, quindi era difficile anche andare a trovarlo. È un triste ricordo. Andrea, comunque, continua a vivere con noi, e Luca, il nostro factotum, è il figlio di Andrea”.

LA TRADIZIONE DEI TAZENDA – “Nessuno mi ha affidato l’eredità di nessuno, lasciandomi esprimere con libertà – afferma Nicola -. Ho passato tanto tempo a fare mie le sfumature dell’enorme patrimonio dei Tazenda. Cerco sempre di pormi con molto rispetto nei confronti della storia dei Tazenda. Io me ne prendo cura con grande rispetto, sia dal punto di vista artistico che da quello umano”.

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