Il più bel film su Ferdinando e Carolina alla Reggia di Caserta sta per essere girato!

È tutto pronto alla Reggia di Caserta per la prima vendemmia dell’antica vigna borbonica recuperata e coltivata nel Bosco di San Silvestro da Tenuta Fontana. Il vitigno darà un Pallagrello bianco dal gusto fruttato (che ha già raggiunto una gradazione di 13 gradi) e un Pallagrello nero il cui sapore i palati educati sapranno distinguere dal simile aglianico. Fu il re Ferdinando IV che volle coltivare questa qualità tipica della vicina Piedimonte Matese alla Reggia di Caserta, ed è stata la lungimiranza del direttore Mauro Felicori (2015-2018) a volerla riportare in vita. Ora la nuova direttrice della Reggia Tiziana Maffei è pronta ad inaugurarla, annunciando anche che con l’apertura del Torrione restaurato sarà consentito l’accesso direttamente dal Parco al Bosco per ammirare la vigna. Purtroppo, non è rimasto nulla degli antichi tralci; ma la Tenuta Fontana di Pietrelcina, che ha l’incarico di ripristinarli, è pronta alla prima vendemmia, dopo aver piantato la vigna nel 2018, sotto l’attenta supervisione dell’enologo fiorentino Francesco Bartoletti e dell’agronomo livornese Stefano Bartolomei.

Il vitigno del re era di cinque ettari, ma nei secoli l’abbandono ha portato il bosco a riconquistare i suoi spazi: oggi l’estensione a vigna è di un solo ettaro, equamente distribuito tra bianco e nero. Il terreno, franco sabbioso, è molto fertile, per questo garante del gusto sincero di quello che localmente è chiamato “U Pallarel”, cioè il Pallagrello (“piccola palla”, dall’uva dai grappoli piccoli con acini perfettamente sferici). Arriverà sulle tavole con denominazione Igt Terre del Volturno, una delle più importanti aree vitivinicole della regione Campania che include le province di Caserta e Napoli dal 1995. Per la prima etichetta e il marchio del vino di Ferdinando IV c’è ancora da aspettare, ma in merito si lavora alacremente. Come dice la direttrice Tiziana Maffei, la Reggia di Caserta è una realtà articolata, così, oltre alla vigna, molti sono i progetti sostenibili in corso: dal riprodurre il caffè della Regina Maria Carolina che da Vienna lo servì per la prima volta a corte in un ricevimento del 1771 (a Napoli il caffè già si conosceva grazie ai mercanti veneziani, ma dai cattolici veniva considerata “bevanda del diavolo”) alla riapertura di punti simbolici del Parco Reale, quali la Castelluccia e il Passaggio dei Delfini.

La nuova rotta della Reggia di Caserta è una continua sorpresa ed ha la bellezza di restituire ai monarchi borbonici Ferdinando e Carolina una dignità che il film di Lina Wertmüller a loro dedicato aveva un po’ offuscato.

You May Also Like

All’Ara Pacis di Roma “l’occasione di rendere onore ai ludi scenici”

Narni, una continua scoperta

Padre e figlio allo specchio, ai Musei Capitolini di Roma la mostra sui Lippi

“La Conserva della neve”, un’immersione nel verde tra cultura e bellezza