Un botto di canzoni nel computer, chitarra acustica… ed ecco M.E.R.L.O.T

“Non tutte le lacrime sono un male, alla fine la mia carriera nasce da quelle lacrime che poi si sono trasformate in qualcosa di buono, cioè in canzoni. Questa frase con cui mi sono impappinato a Sanremo è il mio mantra”, così M.E.R.L.O.T, all’anagrafe Manuel Schiavone classe 1998, che nel 2020 è stato selezionato dalla Commissione Artistica delle Nuove Proposte guidata da Amadeus per la finale di Sanremo Giovani con il brano “Sette Volte”. Il cantautore ha da poco varato “Alieni” prodotto da Alex D’Errico (Virgin Records/Universal Music Italia).

Come mai il nome d’arte M.E.R.L.O.T?

Per la prima canzone che ho fatto e dovevo pubblicare mi serviva un nome, così ho cominciato a girare per casa, mi sono fermato davanti alle bottiglie di vino ed era o Merlot o Bigi e mi sono detto Merlot suona bene. I puntini li ho messi per distinguermi dagli altri Merlot”.

Sei nato in Basilicata, ma è in Emilia dove hai iniziato a percorrere i primi passi nel mondo della musica…

Sono nato a Grassano, un paesino vicino a Matera con circa 5mila abitanti. Mi sono trasferito a Bologna nel 2017 per studiare Ingegneria ambientale e qui si è aperto il mondo della musica, forse perché vedevo tutti artisti attorno a me che facevano qualcosa e allora ho cominciato anch’io. Giù in Basilicata suonavo, però non mi ero mai spinto a scrivere canzoni”.

L’input cosa te lo ha dato?

Giù non avevo tanti stimoli. Chi come me parte da un piccolo paesino ed arriva in una città come Bologna, che in confronto è una metropoli, comincia a vedere tante cose…”.

Per te è più importante un sorriso o l’amore?

Se riesci a trovare l’amore vero alla fine hai anche il sorriso”.

Come nascono contenuto e sonorità di “Alieni”?

Come tutte le altre canzoni, mi sono chiuso in cameretta, sono partito con la chitarra a fare robe e quando ho trovato la melodia che mi ha acceso è nato tutto il resto in quindici minuti. Le canzoni arrivano subito, ma bisogna essere nella giornata giusta per scrivere”.

Preferisci la chitarra acustica a quella elettrica?

Chitarra acustica tutta la vita, più calda, più morbida. Per me tutte le canzoni dovrebbero essere solo voce e chitarra”.

Cosa pensi dei viaggi su Marte?

Per me è una figata. Prima o poi la terra finirà e mi dà speranza che forse le generazioni future ce la faranno. Sono felice semmai un giorno dovessimo riuscirci”.

Tornerai a Sanremo?

Non lo so. Ci tornerei perché vorrei provare a portare qualcosa di davvero mio, una roba super nostalgica e malinconica per essere totalmente io. Se ci fosse l’opportunità, quindi, sì”.

I tuoi prossimi progetti?

Un botto di canzoni, ho il computer strapieno…”.

In “Alieni” utilizzi la metafora della torcia e della chiave a simboleggiare un ragazzo e una ragazza. Nel viaggio della vita cosa vuoi che la torcia dei desideri illumini e la chiave dei sogni apra?

Il mio sogno è quello di riuscirci con la musica, è per quello che sto lottando”.

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