Oceani: ci sono delle profondità che non si può arrivare ad esplorare nemmeno con un sottomarino
“La canzone ‘Il futuro’ dice ‘nonostante i mille impegni sono sempre lo stesso, quello che guarda i concerti al bancone o accanto all’ingresso’, e fondamentalmente questo sono io: una persona che va sempre ai concerti ed è abbastanza socievole”. È Emanuele Guidoboni, 38 anni, romano, che è uscito il 5 novembre con “Il Futuro” (Himalaya Dischi/Artist First), il singolo che segna il debutto discografico del suo progetto Oceani. Dopo aver suonato come bassista in tanti gruppi nel corso degli anni, ha deciso di lanciare le sue canzoni in prima persona, avendo trovato in Himalaya Dischi persone che credono in lui. Il cantautore fino ad un anno fa componeva canzoni solo chitarra e voce, ora la sua creatività la esprime pianoforte e voce. Ne “Il futuro” si avverte una scrittura plastica, per immagini, tale che si sposerebbe bene con il mondo del cinema. La sua cifra romana si evince subito, ma il nome Oceani è inevitabilmente legato al movimento, quindi al viaggiare lasciandosi indietro luoghi diversi nello specchietto retrovisore dell’auto.
Emanuele, quando hai sentito l’esigenza di debuttare con il progetto Oceani?
“Prima del lockdown, perché in realtà mi era capitato di suonare in tantissimi gruppi diversi e alla fine c’era sempre un qualchecosa che non andava in maniera buona, nonostante fossero canzoni che mi piacciono tuttora. La verità è che non c’è un livello di coinvolgimento tale finché non canti le canzoni tue. Quindi a fine 2019 ho sentito l’esigenza, poi dopo due mesi è successo quello che è successo e ne ho approfittato per scrivere tantissimo”.
Hai scritto tante canzoni durante il lockdown, ma immagino avessi già un cassetto pieno…
“Le canzoni nascono fondamentalmente come un tagli e cuci di racconti, sono uscite tante sotto altri nomi fino a quando, alla fine del 2020, ha preso vita il progetto di Oceani”.
Il nome Oceani ti è sempre appartenuto?
“No, perché il nome precedente era Tropici, ma temevo confusione con l’artista Tropico. Il plurale mi è sempre piaciuto, così Oceani andava bene perché esprimeva il concetto contenuto in Tropici”.
Il concetto di profondità?
“Fondamentalmente il concetto che ci sono delle profondità che non si può arrivare ad esplorare nemmeno con un sottomarino e quindi ci sono delle zone buie e possibilmente silenziose popolate solo da pesci”.
Sei anche amante del mare immagino…
“Sì, da poco sono uscito in barca per un paio di ore ed è stato bello ossigenante”.
Il brano “Il futuro” è autobiografico?
“Sì, ma non solo. Ci sono delle cose che ho preso da esperienze mie, però la frase con la quale inizia la canzone ‘Non ho più ricordi, perciò, scelgo dai tuoi’ è perché è riferito al fatto che a volte utilizzo anche delle biografie, dei fatti che sono avvenuti nella vita di altre persone, non necessariamente a me, anche se li dico in prima persona. Sono ricordi, ma non sono solo i miei”.
Colpisce nel video la complicità negli sguardi dei due protagonisti…
“Io e Ferdinando Montone, che ha fatto il video, non avevamo un’idea precisa di cosa girare. Sapevamo che c’era la necessità di fare subito un video. Poi però appena abbiamo visto la faccia dei due attori, Sean Cubito e Caterina Bagnulo, abbiamo deciso di costruire la storia attorno a loro. La fatalità è che questi ragazzi sono fidanzati nella vita reale, così quando si cercano si cercano per davvero”.
Questa canzone è apripista di un album?
“Farà parte di un ep che sarà composto da questa e da altre quattro canzoni che dovrebbe uscire tra gennaio e febbraio. Ci sarà sicuramente un altro singolo, nel frattempo, con relativo video a cui stiamo lavorando in questi giorni. Poi, spero in delle date live”.
Si avvicina il Natale, il regalo che vorresti trovare sotto l’albero?
“Una bella collaborazione con uno degli artisti al quale mi paragonano sempre però del quale non dico mai il nome perché ho paura che porti sfortuna!”.