I punti chiave per un monologo vincente evidenziati da Franca De Angelis
Non deve essere un flusso di coscienza, non bisogna adoperare un monologo per sfogarsi dei propri affanni o parlare dei propri successi, questa forma d’arte ha i suoi modi, i suoi tempi, deve interessare, catturare l’attenzione e lasciare un senso di gratificazione nello spettatore. È un’attività creativa bellissima che nasce sulla carta ed è destinata ad un palcoscenico in cui un attore, diretto da un regista, deve carpire, coinvolgere e non annoiare lo spettatore. Un monologo onesto non deve durare meno di 50 minuti, ma non deve neanche andare troppo oltre: quando il pubblico è in sala non deve tediarsi o andare altrove coi pensieri, deve trovare nel racconto la ragione per essere lì in quel momento. Ma questo lavoro non muove i primi passi lì, la sua genesi è sulla scrivania di un autore o un’autrice che ha un’idea e sa darle corpo. Come dare forma giusta ai pensieri? Come scrivere senza perdersi in digressioni superflue e rendere accattivante il testo? Con umiltà, ma altrettanta sapienza, la sceneggiatrice, drammaturga e docente di scrittura creativa Franca De Angelis riesce a stilare delle linee guida per giungere a un monologo che conduca lo spettatore a viaggiare insieme all’attore senza perdere una parola di ciò che viene espresso in scena. Ha dato alle stampe per la Dino Audino Editore “Scrivere il monologo. Guida alla composizione di testi per voce sola”, un saggio che prende per mano gli autori dal concepimento dell’idea fino all’ultima revisione della prima stesura. In maniera chiara e semplice, Franca De Angelis riesce in quello che non a tutti i grandi è dato fare: trasmettere i segreti del proprio fare artistico. Attraverso esempi di spettacolo di successo, avvalora i punti chiave del realizzare un monologo.
Forte della sua esperienza – ha debuttato con il cortometraggio “Senza parole” che ha rappresentato l’Italia agli Oscar nel 1997, ha lavorato con registi quali Carlo Lizzani e Giuliano Montaldo ed ha firmato più di venti titoli per il cinema e la televisione, oltre che numerosi testi teatrali -, affida a un centinaio di pagine una guida utile per chiunque voglia scrivere monologhi per il palcoscenico con suggerimenti, a dire il vero, utili in parte anche ad altre forme di scrittura. Leggere “Scrivere il monologo” è un arricchimento professionale a cui, una volta conosciuto il testo, non si sa rinunciare: lo si tiene sulla scrivania e lo si consulta come fedele mentore.