“Don Matteo 13”: un brand a cui è difficile rinunciare
Generosità, non c’è un’altra parola che possa descrivere meglio Terence Hill, carismatico dentro e fuori il set. Guardandolo nei panni di Don Matteo affianco a Nino Frassica in quelli del Maresciallo Cecchini, c’è una corrispondenza di forza nel pensarlo nei film in coppia con Bud Spencer. Non che non abbia avuto tanti altri ruoli importanti, come ad esempio il conte Cavriaghi ne “Il Gattopardo”, ma il grande e piccolo schermo hanno valorizzato molto il suo altruismo nel dargli ruoli da condividere con un amico di altrettanta stazza, ma sapendo stare spalla a spalla sotto i riflettori senza calpestarsi mai i piedi.
Prova ne è che in conferenza stampa di “Don Matteo 13” – che partirà su Rai1 dal 31 marzo e che vedrà alla quinta puntata un risveglio agrodolce per la parrocchia di Spoleto con la recita della messa da parte di don Massimo interpretato da Raoul Bova -, quest’ultimo si dichiara sicuro di un testimone in serenità passatosi con Terence Hill che, su richiesta di un consiglio, gli ha semplicemente detto di essere se stesso; e Nino Frassica parla di un Maresciallo Cecchini che dalla prima serie in poi è stato plasmato sul suo carattere, avendo sempre più spazio in caserma e nel privato. Il pubblico sui social protesta l’addio di Terence Hill; la stampa si chiede perché non è stata accettata la proposta dell’attore veneziano di fare solo quattro puntate all’anno, come un prodotto di successo come Montalbano; in tanti (fuori e dentro l’ambiente dello spettacolo) si chiedono se la 14esima stagione si chiamerà ancora “Don Matteo” in nome di chi lo farà! La produzione – Lux Vide e Rai Fiction – da un lato dice che “nel rispetto del pubblico” una serialità lunga non può essere stravolta in un prodotto formalmente diverso; e dall’altro “in nome dello stesso pubblico”, appellandosi al “deus ex machina” Mario Ruggeri, lo sceneggiatore che ha scritto 10 serie di “Don Matteo”, afferma che non si possono seguire sempre i desiderata del pubblico, altrimenti non s’innoverebbe mai. Ma i telespettatori si affezioneranno a don Massimo?
Nelle parole di Bova è un personaggio “combattivo, fragile e forte al tempo stesso, un prete che ha voglia di capire cosa sia il perdono”, quindi ha le carte in regola per farsi amare, ma il futuro di una conferma di don Massimo nella 14esima stagione, che sembra certa, non è arrivato dalla produzione. Tornerà quindi Terence Hill? La produzione risponde pubblicamente che se l’attore vorrà lo accoglieranno a braccia aperte. Certezze del futuro? Sembra ci siano in Nino Frassica col suo irresistibile Maresciallo Cecchini, mentre prende spazio il ritorno di Flavio Insinna nei panni del Colonnello Flavio Anceschi con tanto di figlia, Valentina (Emma Valenti), che farà la terza “incomoda” nell’amicizia tra il Capitano Anna Olivieri (la bravissima Maria Chiara Giannetta) e il pm Marco Nardi (il bravissimo Maurizio Lastrico). Restando in caserma, altro volto amico del pubblico, è l’appuntato Ghisoni (Pietro Pulcini), che per fortuna c’è ancora con tanto di siparietti simpatici col Maresciallo Cecchini. Altra sicurezza confermata della serie sono Natalina Diotallevi (Nathalie Guetta) e Pippo (Francesco Scali), senza i quali la canonica perderebbe di veridicità e semplicità (oltre che di coloro che si prendono cura dei protetti di Don Matteo, in questa nuova stagione del diciassettenne Federico Limoni, interpretato da Mattia Teruzzi).
La serialità ha la forza nei volti a cui ci si affeziona e negli appuntamenti insostituibili dati da battute, ritmiche, vezzi. Ci si affezionerà a Raoul Bova, ma “Don Matteo” senza Terence Hill sarà dura guardarlo e, soprattutto, chi giocherà a scacchi col Maresciallo Cecchini? Si capisce che rinunciare a un successo come “Don Matteo” non è facile. Trasmesso la prima volta il 7 gennaio 2000 su Rai1, con una media di 7 mln di spettatori ed il 27% share di media dalla prima alla 12esima stagione, per un totale di circa 1659 ore andate in onda tra repliche e prime tv e un totale di 265 episodi conquistando tutto il mondo (segnando record, in particolare in Polonia è la serie ancora oggi più vista), è divenuto un vero e proprio brand. Forse per questa stessa ragione sarebbe difficile anche farne un altro spin-off, se “Che Dio ci aiuti” (annunciata nelle ultime scene dell’ultimo episodio di “Don Matteo 8” l’8 dicembre 2011) può essere considerato tale. Vero è che nella 13esima stagione si saluta chi dava l’anima alla serie. Verrebbe allora da lanciare un appello: non toglieteci mai almeno il Maresciallo Cecchini, Natalina e Pippo!