“Dignità Autonome di Prostituzione”: palpabili emozioni al Castel Sant’Elmo di Napoli
Ogni volta diverso, ogni volta sorprendentemente coinvolgente ed emozionante: è “Dignità Autonome di Prostituzione” (“DAdP”) di Luciano Melchionna, dal format suo e di Betta Cianchini, una coproduzione Fondazione teatro di Napoli – Teatro Bellini, Ente Teatro Cronaca VesuvioTeatro. Accompagnato da un’orchestra live, lo spettacolo si fa arte e “sangue” al Castel Sant’Elmo di Napoli, location perfetta per un teatro che vive di un’armoniosa sinergia tra attori/prostitute e spettatori/clienti che, con in dotazione i “dollarini”, contrattano le performance a cui assistere. Luciano Melchionna – il “papi” che è artefice, demiurgo e vero maestro d’orchestra – dirige con incredibile passione, dandosi anima e corpo per un live che vede la coordinazione armoniosa, spiritosa e impegnata di attori e attrici bravissimi il cui confine tra finzione e realtà è labile nella danza delle emozioni e sentimenti in campo condivisi con gli spettatori. I loro nomi – Raffaella Anzalone, Raffaele Ausiello, Antonio Barberio, Maria Bolignano, Carlo Caracciolo, Betta Cianchini, Riccardo Ciccarelli, Cinzia Cordella, Veronica D’Elia, Valentina De Giovanni, Renato De Simone, Annarita Ferraro, Carla Ferraro, Martina Galletta, Mariano Gallo, Raffaele Giglio, Luciano Giugliano, Her, Daniela IoIa, Vincenzo Leto, Luigi Lombardi, Dolores Melodia, Daniele Mango, Claudio Marino, Daniele Russo, Sabba, Simona Seraponte, Pierfrancesco Scannavino, Irene Scarpato, Patrizia Spinosi, Sandro Stefanini, Toto Traversa, Riccardo Villari, Annarita Vitolo – sono i volti che piangono e ridono con il pubblico, sono le mani che salutano all’uscita gli spettatori in un’unica comunione d’intenti: la bellezza dell’umanità che passa attraverso l’arte. Ognuno di loro è il tramite di un messaggio racchiuso nella bottiglia di testi profondi lasciati alle onde delle passioni del pubblico. C’è chi è portatore sano di Luigi Pirandello, chi di Pier Paolo Pasolini, chi di William Shakespeare, chi di Fëdor Dostoevskij, mentre altri dello stesso Luciano Melchionna. I testi affrontano tematiche importanti come le diversità, i diritti negati, l’amore, il sesso, la prostituzione, la pedofilia, l’omosessualità, il militarismo, l’indifferenza, l’ingiustizia. Sono chiamate “Pillole di Piacere”, ma è un “piacere” agrodolce che unisce la leggerezza della forma alla profondità del contenuto. Ho visto chi tra il pubblico ha abbracciato Mariano Gallo alla fine del monologo “Diversamente diverso”, evidentemente emozionato e coinvolto. Ho provato vera rabbia alla frustrazione che devono provare tanti attori bravi e competenti che vengono lasciati a casa per il “tronista” di turno, incapace e impreparato: a dare voce a questa ingiustizia è la Lia di Daniele Russo, un misto di seduzione, voluttà, forza e profondità ineguagliabili. Tante riflessioni consapevoli non dimenticano mai, però, la gioia di vivere e, alla fine del tempo concesso ai monologhi, si dà spazio ad un’esplosione di allegria trasformando la platea, in questo caso un suggestivo cortile di Castel Sant’Elmo, in una balera dove ci si scatena e libera in un tributo di speranza di un mondo migliore dove l’arte è faro di bella umanità. Fino al 13 luglio il golfo di Napoli fa da quinta irresistibile a questo spettacolo impeccabile, ineccepibile, tutto da vivere!