Promettenti stilisti immaginano un futuro seducente
Eleganza e visionarietà hanno contraddistinto l’applauditissima passerella The Clash, la sfilata-evento organizzata venerdì 15 luglio dall’Accademia del Lusso negli spazi dell’Ex Caserma Guido Reni District, nell’ambito della Roma Fashion Week, targata Altaroma. “Si tratta di creazioni particolari, frutto della fusione tra tangibile e intangibile, ispirate al metaverso, al mondo immaginario e al futuro”, sottolinea la direttrice dell’Accademia del Lusso Laura Gramigna.
Al suono di note accattivanti, il pubblico si è subito ritrovato immerso in un’atmosfera spaziale ed avveniristica con i modelli di Sara Miranda, caratterizzati dall’utilizzo di rigidi e squadrati colli, realizzati come se fossero in plastica, su abiti dal sapore esotico di colore in preponderanza rosa e viola. Sono seguite, poi, le tute, le tuniche e i mantelli, richiamanti l’immaginario marziano, firmati da Gianluca Gobbini; le gamme di verdi e grigi valorizzati dal sapiente ed esplosivo utilizzo dei plissé da parte di Emanuela Madonna; le trasparenze, le piume e i fiocchi osati da Siria Scorrano; le gonne plissettate per un lui giovane e all’avanguardia, tali da essere potenzialmente accattivanti per artisti quali Mahmood e Blanco, proposte da Alberto Maoddi; le nudità e i profondi scolli a V di Nicoletta Cavezza; il mondo alla Joker di Joaquin Phoenix richiamato dalle creazioni provocatorie di Federica Fusco; il lui scalzo e la lei dal collo nero ricamato, alto tanto da schermarle il viso, immaginati da Alice Borioni; i pantaloni, gli spacchi e i mantelli in un gioco di vedere e non vedere firmati da Matteo Cesarotti e Nicola Minotti. A chiudere hanno sorpreso gli abiti dall’uso sapiente della rete, tali da poter far invidia a Damiano dei Måneskin, a firma di Christian Visconti che ha però soprattutto scioccato per una borsa a forma di neonato. “Rappresenta la purezza imprigionata: il noi essere giovani che vorremmo esprimerci in libertà, senza le costrizioni che ci sono imposte”, afferma il talentuoso e promettente 26enne.
Pronti per l’haute couture o il prêt-à-porter, questi giovani talenti hanno grinta, passione, umiltà e tanta voglia di farcela. “Spero che questa sfilata possa essere il trampolino di lancio per fare tanto nella vita, con impegno e abnegazione, non dimenticando mai di ringraziare tutti quelli che traducono i nostri bozzetti in abiti da indossare”, sottolinea la 31enne Emanuela Madonna.
Nella realizzazione delle capsule collection (edizione limitata di pezzi – in questo caso cinque – realizzati a partire da uno specifico tema – qui l’incontro tra tradizione e nuove tendenze -) di questi giovani stilisti, hanno lavorato esperte sartorie, affiancate dai macchinari laser per i tessuti e le stampanti in 3D, messi a disposizione da Lazio Innova (società in house della Regione Lazio).
Tanto sapiente utilizzo di tecnologia non avrebbe senso senza la profondità e lo spessore umano degli stilisti che, con le loro creazioni, interpretano la realtà donando anima ad ogni abito. Nicoletta Cavezza, 20 anni, ne è un bellissimo esempio. Si è ispirata ai tagli di Lucio Fontana nel forgiare le sue eleganti creazioni. “Ho liberato il mio sfogo creativo materializzando i tagli di uno degli artisti più introspettivi e in grado di guardare il mondo con occhi diversi in un gioco di rimando di significati tra spazio e tempo”, dice la giovane stilista che ringrazia nella costruzione di questa idea l’amica Alessia che, sorridente, la aiuta a ripiegare i preziosi vestiti a fine sfilata.
Il sipario che oggi si è chiuso è per tutti loro il prologo di un avvenire costellato sì da tanto sudore e altrettanta fatica, ma anche da tanta gioia e bellezza.