“Call my agent- Italia”, buona la prima (quella francese)
Un’occasione persa è “Call My Agent – Italia”, probabilmente godibilissima solo per chi non conosce l’ineguagliabile e frizzante serie francese “Dix pour cent”. Se “Benvenuti al Sud” ebbe tanto successo al cinema in Italia, tanta parte la ebbe il fatto che in pochi avevano visto l’originale francese “Giù al Nord” di Dany Boon. Se avessimo conservato più originali greci in bronzo, forse tanta scultura in marmo di epoca romana oggi non la apprezzeremmo così tanto. Ma facciamo un passo indietro. La serie Sky Original (marchio Sky che qui si piega ad una “irrinunciabile eccezione” nelle stesse parole di Sonia Rovai, senior director scripted productions Sky Studios) “Call My Agent – Italia” (titolo in inglese forse per essere più appetibile sul mercato estero?) in sei episodi, prodotta da Sky Studios e Palomar, in onda dal 20 gennaio in esclusiva su Sky e in streaming solo su Now, che racconta le vicissitudini di una potente agenzia di spettacolo e le storie dei suoi soci che gestiscono le carriere delle più grandi star del cinema italiano, è il calco in tono minore di quella francese, con meno fascino e meno brio. In più, la Roma cartolina che fa da location al posto di Parigi risulta molto finta e spenta. Nel contesto attuale le parole di Nicola Serra, produttore Palomar, “Il fascino del cinema e di Roma, un gruppo di talent fantastici e l’eco della Dolce Vita fanno da cornice a un racconto divertente ed emozionante, ma soprattutto attuale e sorprendente”, possono trovarci d’accordo solo nelle parole “un gruppo di talent fantastici”, perché è qui l’occasione persa. Avere a disposizione la freschezza recitativa (una qualità che va al di là dell’età anagrafica) di attori quali Maurizio Lastrico, Michele Di Mauro, Sara Drago e Marzia Ubaldi, che interpretano gli agenti di alcuni fra i più grandi nomi del mondo dello spettacolo italiano, e guest star quali Paola Cortellesi, Paolo Sorrentino, Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi e Corrado Guzzanti, e non riuscire a realizzare un’opera sorprendente è davvero un peccato imperdonabile. Avere su uno stesso set tanti numeri uno senza farne un capolavoro, ma solo una brutta copia è inaccettabile. È vero che di remake il mondo audiovisivo ne è pieno, con risultati a volte buoni ed altre meno, ma non sarebbe questo il tempo per una bella chiamata alle penne italiane di scrivere una coinvolgente serie tv realmente originale per un siffatto cast?