“See Primark & Die!”: una grande risata ci salverà dal consumismo a tutti i costi

C’è la generazione di “I Love Shopping” di Sophie Kinsella, quella del desiderio del capo glamour a tutti i costi, e la generazione di Claire Dowie, che è a caccia dell’affare al costo più stracciato, raccontato in “See Primark & Die!”. Entrambe sono figlie del marketing spietato e di una società consumistica, ma sono nate in epoche diverse: l’una è cresciuta in un’età economicamente florida, l’altra in un periodo di crisi. La compulsione si traduce in prospettiva ottimistica nella prima e in un volgere pessimistico la seconda. Ciò che non manca per fortuna alla seconda è l’ironia, riuscendo ad essere leggera davanti a paure esistenziali come quella della morte. Per il piccolo festival di drammaturgia contemporanea “Le voci del presente”, realizzato insieme al Teatro Le Maschere, è andato in scena a Roma per tre serate dal 25 al 27 giugno lo spettacolo “See Primark & Die!”, di Claire Dowie, con il frizzante one-woman show di Martina Gatto, diretta da Dafne Rubini. Il testo della scrittrice, regista e attrice britannica è stato tradotto con gusto, misura e leggerezza, coinvolgendo e travolgendo il pubblico in un turbinio di trovate comiche, divertenti e mai banali. In una scenografia essenziale e scarna, complice della riuscita dello spettacolo è stato un disegno luci che ha trasportato lo spettatore tra le corsie di un Primark affollato di ragazze e donne pronte a tutto pur di aggiudicarsi l’affare dell’intimo più scontato che ci sia, o lo ha catapultato in strade dove possono avvenire incontri di ogni tipo. Che società è quella consumistica dell’epoca della crisi? Ma soprattutto come reagisce la donna che sogna la bellezza e si ritrova a fare i conti con acquisti che non la facciano sentire in colpa? Una delle risposte possibili è quella offerta dall’attrice Martina Gatto, con la sua incredibile gestualità e mimica, e dalla regista Dafne Rubini, che sottolinea ogni passaggio cruciale per far arrivare al pubblico una risata liberatoria, l’unica risposta possibilmente accettabile in un mondo che ci vuole sempre più consumatori e sempre meno pensatori…guardare lo spettacolo per credere!

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