“30 notti con il mio ex”: una dolcissima favola dei nostri giorni sulla vulnerabilità emotiva

La fragilità psicologica, il mondo attorno che si cerca di colorare, gli ostacoli di una società performante, la bellezza di un abbraccio, la freschezza dell’amore: è un cocktail di emozioni tenere e coinvolgenti che strappano il sorriso e commuovono quelle raccontate da Guido Chiesa, regista e sceneggiatore (a quattro mani con Nicoletta Micheli, da un soggetto di Michele Abatantuono e Lara Prando) di “30 notti con il mio ex” (durata 102 minuti), con protagonisti gli intensi Edoardo Leo e Micaela Ramazzotti. A sottolineare la dolcezza di questa pellicola – una produzione Piperfilm e Colorado Film, in collaborazione con Netflix, al cinema dal 17 aprile – la canzone originale “L’avresti detto mai”, co-scritta e interpretata da Malika Ayane. Con l’interrogativo sul “se è possibile dopo una separazione ricostruire un dialogo con il proprio ex, soprattutto nel caso in cui la relazione si è logorata a partire dalla fragilità psicologica di una delle parti coinvolte”, Guido Chiesa introduce le vicende di un ansioso Bruno che si lascia convincere dalla figlia adolescente ad ospitare a casa per un mese l’ex moglie Terry, appena uscita da un lungo percorso di recupero emotivo. Sono solo 30 notti, in fondo, nulla può andare storto! Eppure, l’esuberanza di Terry e la sua schiettezza mettono a dura prova la routine di Bruno, incastrato in una relazione e in un lavoro che non lo appagano. “Ne esce fuori un racconto – sottolinea Guido Chiesa – sia sulla fatica del reinserimento sia anche sulla difficoltà dei cosiddetti ‘normali’ di accogliere chi non è considerato tale”. Ma “la diversità – come giustamente osserva il cineasta – ci può aiutare a ritrovare o a scoprire parti di noi stessi che abbiamo sepolto sotto il peso delle responsabilità e dei doveri”. Carico di speranza ed energia positiva, “30 notti con il mio ex” è un’incantevole favola dei nostri giorni.

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