Per Marco Bocci buona la prima!
La periferia è senza scampo? Se studi riesci a raggiungere se non la felicità, almeno la normalità che si traduce in una casa, un lavoro e una famiglia? Marco Bocci entra nel quartiere romano di Tor Bella Monaca e riprende una famiglia che fa fatica a pagare l’affitto. Tre generazioni condividono lo stesso tetto tra mille pregiudizi e ostacoli, e alla fine il più mite ne prende tante da poter diventare una mina pronta ad esplodere: lo farà? Da un fatto personale – un locatario che non paga il dovuto al proprietario – Bocci ha scritto prima un libro, “A Tor Bella Monaca non ‘piove’ mai”, e poi ha esordito alla regia dopo aver rivisto il testo con Alessandro Bardani, story editor attento, ringraziato pubblicamente alla presentazione del film (in sala dal 28 novembre). Il titolo è uguale, e quel “piove” a Roma segnala l’arrivo dei poliziotti ma, in questo caso, anche un luogo arido che avrebbe bisogno di essere rivitalizzato. La bomba sociale di cui parla Bocci ricorda quelle raccontate da due film di successo ancora in sala, “Joker” e “Parasite”, solo che qui ci troviamo ad un’altra latitudine: una periferia italiana dove la sindaca Virginia Raggi ha avuto il coraggio di cancellare due murales dal contenuto inneggiante la criminalità organizzata e dove un nucleo familiare prova a farcela onestamente. In questa sua prima regia Bocci dimostra carattere. Come attore si concede solo un cameo, è un vicino di casa che ama ascoltare la musica, quella musica che Emanuele Frusi, che firma la colonna sonora, rende determinante nella punteggiatura del racconto, un racconto che si anima e cresce grazie anche ai dettagli e alla generosità degli attori. Tutti, protagonisti e non, danno un colore espressivo importante al film. Libero De Rienzo è il buon Mauro, Andrea Sartoretti è il Romolo che ha imparato a rigar dritto, Antonia Liskova è la ruggente Samantha dai capelli crespi, Lorenza Guerrieri è la mamma Maria che si accontenta di poco, Fulvia Lorenzetti è la moglie a cui sta stretta la vita che conduce, Giorgio Colangeli è il giusto che scalpita, Giordano De Plano è colui che vuole sia fatta giustizia costi quel che costi, Massimiliano Rossi è l’infame. Bocci confessa che da attore aveva pregiudizi su se stesso come scrittore prima, e come regista poi, davanti al film “A Tor Bella Monaca non ‘piove’ mai” ogni perplessità deve essere fugata: è un cineasta completo.