“L’immortale”, Marco D’Amore alza la posta su Ciro Di Marzio
Non era facile, ma lui c’è riuscito. Ha alzato la posta sul personaggio di Ciro Di Marzio e ha realizzato un film potente in una dimensione epica che prende il via dalla terza serie di “Gomorra”, e senza il quale non sarà possibile seguire la quinta stagione. Marco D’Amore debutta alla regia cinematografica dopo aver diretto il quinto e sesto episodio della IV stagione di “Gomorra”, e lo fa con “L’immortale” di cui è anche sceneggiatore (assieme a Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli, Francesco Ghiaccio e Giulia Forgione) e protagonista accanto a Giuseppe Aiello (undici anni, una delle bellezze della periferia di Napoli, come giustamente lo ha definito D’Amore) che interpreta Ciro da bambino nella Napoli dopo il terremoto del 1980: riduttivo definirlo semplicemente uno scugnizzo tra gli scugnizzi. Colpito al petto da Genny Savastano, suo unico, vero amico, Ciro perde i sensi, ma non la vita. Dalla criminalità (la vecchia conoscenza Don Aniello, che ha il volto di Nello Mascia) viene esiliato a Riga, in una Lettonia economicamente ancora alle dipendenze della Russia, dove incontra l’uomo che gli ha fatto da padre da piccolo: il suo nome è Bruno ed è interpretato da Salvatore D’Onofrio nell’oggi e Giovanni Vastarella nel passato. Nella miseria di ieri e di oggi a mettere in crisi i silenzi di Ciro sono due donne: Stella (Martina Attanasio) negli anni Ottanta e Vera (Marianna Robustelli) ora. Se la continuazione della serie “Gomorra” non può prescindere dal film, “L’immortale” è un racconto autonomo che può essere visto indipendentemente perché ruota attorno alle paure di un criminale romantico avvolto dalla polvere e da un’aura di deità. Ma non c’è alcuna apologia della delinquenza, anzi: domina il senso di morte e niente è esaltante. “L’immortale” è un film che parte dalla povertà di una Napoli disastrata in cui un bambino cerca di sopravvivere, ed è un bambino che oggi con gli occhi di adulto si rivede animandosi di nuove scelte drastiche. Mercoledì 4 dicembre, durante la serata dedicata ai Biglietti d’oro in occasione delle Giornate di cinema di Sorrento, Marco D’Amore riceverà il Premio Anec “Pietro Coccia” attribuito ai registi esordienti. Il film uscirà nelle sale il 5 dicembre distribuito da Vision Distribution. Senza la lungimiranza dei produttori Nicola Maccanico e Riccardo Tozzi che hanno creduto nell’idea di Marco D’Amore forse “L’immortale” non avrebbe scritto questo nuovo capitolo del suo viaggio.