“Ognuno è Perfetto”, arriva la favola di Natale di Rai Fiction
La diversità fuori dagli stereotipi e dalle etichette: tocca il cuore la serie “Ognuno è Perfetto” che Rai1 manda in onda in prima serata lunedì 16, martedì 17 e lunedì 23 dicembre. Rai Fiction, con la Viola Film di Alessandro Passadore, ha prodotto una narrazione che rende protagonisti i ragazzi con la Sindrome di Down che lottano per la propria indipendenza, con un lavoro stabile e la bellezza dell’amore. Si parte dalla schiettezza di Rick (Gabriele Di Bello), 24 anni e stanco dei continui tirocini, e dal suo mondo – papà Ivan (Edoardo Leo che torna in una fiction Rai a distanza di 10 anni) e mamma Alessia (Nicole Grimaudo) – e si arriva all’agognato lavoro nell’azienda di cioccolato guidata da Miriam (Cristiana Capotondi) che vive con la mamma Emma (Piera Degli Esposti), la vera narratrice di un’avventura che da Torino si sposterà in Serbia e Croazia. La fiction si trasforma in un road movie per l’amore di Rick verso Tina (Alice De Carlo), esuberante ragazza di origini albanesi, un viaggio che affronterà con i colleghi divenuti amici: Maurizio Cedrini (Aldo Arturo Pavesi), il capo del reparto packaging; Cristian (Lele Vannoli), un gigante buono; Giulia (Valentina Venturin), che sogna il matrimonio; e Django (Matteo Dall’Armi), che corteggia spudoratamente tutte le ragazze. Il risultato è una storia tenera, ricca di ironia e che riscalda l’anima. La sceneggiatura si basa su una fiction belga, “Tytgat Chocolat”, ma se ne emancipa per tre motivi: il papà di Rick acquista uno spazio da protagonista; il capo dell’azienda è una donna; e l’impresa è a conduzione familiare. In più, la serie italiana ha il dono bellissimo della sensibilità di Fabio Bonifacci che non ha utilizzato nessuna particolare prudenza nella scrittura, lasciandosi andare semplicemente ai sentimenti più puri. “Ho scritto molti film sulla diversità – ricorda -, il mio atteggiamento è sempre quello di chiedermi cosa io posso imparare dalla diversità, perché la diversità ci aiuta a capire meglio noi stessi”. L’Aipd nazionale (Associazione Italiana Persone Down), che ha letto la sceneggiatura, l’ha approvata nella sua completezza. Bonifacci ha reso tutto al tempo stesso emozionante e ironico, seminando qua e là allegri tormentoni come “l’io sono pentito” del capo reparto Cedrini quando deve chiedere scusa: delizioso il suo modo di dirlo in accento brianzolo. I giovani protagonisti della serie vengono da tutte le parti d’Italia ed è un bel mix di voci che sposa tanti esordienti accanto ai già più navigati Gabriele e Alice, innamorati sul set e nella vita: la scintilla tra loro è scoppiata durante la lavorazione della docufiction di Rai3 “Hotel 6 Stelle”. Gli intraprendenti Aldo Arturo e Matteo in conferenza stampa a Roma caldeggiano un sequel, e Tinni Andreatta non esclude una seconda stagione. “È una serie che parla di coraggio, amicizia, voglia di vita e di amare – osserva la direttrice di Rai Fiction -. Incarna appieno lo spirito di servizio pubblico mettendo in risalto la ricchezza della diversità”. “È bello poter dare un contributo attivo a far emergere questa bellissima realtà”, sottolinea il presidente della Rai Marcello Foa. “La Rai – rimarca l’ad Rai Fabrizio Salini – fa dell’inclusione una missione quotidiana”. Il regista Giacomo Campiotti, eletto dai ragazzi il loro “papà del cuore”, trasfonde nuovamente la sua sensibilità in una fiction dopo l’acclamato “Braccialetti Rossi” e ringrazia pubblicamente la Rai “per questa ulteriore possibilità di contribuire a una bella televisione. Questi attori sono fantastici, sempre entusiasti e a mille”. Cristiana Capotondi parla della “sana follia di Giacomo di sposare questa storia che è una lezione sull’inutilità del senso del limite”, ed Edoardo Leo della “bellissima esperienza di lavoro e di vita”. Per Gabriele Di Bello è stata “un’avventura super splendida” e spera di fare l’attore per sempre; mentre Alice De Carlo dice che girare questa fiction le ha dato “una grande emozione. Mi sono divertita un sacco”. Lele Vannoli, che in “Ognuno è Perfetto” è l’amico collega (con problemi psichiatrici), è la faccia pulita dell’amico collega anche ora che non è sul set, li prende tutti sotto la sua ala protettiva mettendo in risalto una bellissima dote dei ragazzi con la Sindrome di Down: la spontaneità.