Torna il “Il Majorana Show”: Claudio Pallottini di nuovo in scena col talk dei “vorrei ma non posso!”
Sembra che Claudio Pallottini, romano classe 1970, oltre ad essere attore, drammaturgo, sceneggiatore e scrittore, porti anche tanta fortuna. Stefano Fresi, ad esempio, non era ancora il grande attore che è quando ha composto le musiche de “Il Majorana Show” che Claudio Pallottini ha scritto nel 1998. Ora questo spettacolo da venerdì 6 a domenica 8 marzo torna in scena per la dodicesima edizione al Teatro Ciak di Roma, carico come sempre di leggerezza e rigore formale, per un’ora e quaranta da vivere come se si fosse in uno studio tv, col vantaggio di non avere alcun intervallo pubblicitario!
Claudio Pallottini, come mai uno spettacolo sul fisico Ettore Majorana che nel marzo del 1938 s’imbarcò sul postale Napoli-Palermo dopo aver espresso in due lettere il proposito di suicidarsi?
“La suggestione parte da lontano, da una canzone di Battiato, ‘Mesopotamia’, nel verso ‘la scomparsa misteriosa e unica di Majorana’. Poi ho letto il libro di Sciascia ‘La scomparsa di Majorana’, e da allora è nata una vera e propria passione per questo personaggio, per questo fisico che rinuncia alla sua missione di scienziato e preferisce scomparire senza lasciare traccia. In più c’è l’aspetto che è la scomparsa intesa come cambio di identità, un po’ pirandellianamente parlando, ‘Il fu Mattia Pascal’. Da qui il testo per il teatro su Ettore Majorana”.
La drammaturgia è molto particolare, siete tanti in scena – con te sul palco ci sono Andrea Bianchi, Edoardo Baietti, Sebastiano Colla, Roberto Della Casa, Luigi De Martino, Andrea Giuliano, Stefano Messina, Cristina Pellegrino, Cristina Pensiero, Carlotta Proietti, Marco Simeoli – in una sorta di studio televisivo…
“Sì, esattamente, perché io ho fatto anche per molti anni l’autore televisivo, ad esempio ‘Al posto tuo’ e ‘Ricomincio da qui’, entrambi su Rai2 condotti da Alda D’Eusanio, e poi molta radio, su tutti ‘Gianvarietà’ su Radio1 Rai con Gianluca Guidi. Così conoscendo i meccanismi di uno studio, ho pensato di ambientare la storia un po’ come se fosse un ‘Porta a Porta’ con un conduttore che vorrebbe essere Bruno Vespa ma non lo è, all’interno di una televisione che vorrebbe essere importante ma non lo è, quindi con tutti gli imprevisti del ‘vorrei ma non posso’. La vena comica è che il conduttore vorrebbe fare un discorso approfondito ma si trova una serie di situazioni che gli sfuggono un po’ di mano”.
Chi ha l’ingrato ruolo del conduttore?
“In realtà è un ottimo ruolo e lo fa Marco Simeoli, che è anche il regista dello spettacolo. È la parte del protagonista, una parte comica e divertente: lui è un attore molto bravo, di razza, quindi è a suo agio”.
Anche tu sei in scena, quale personaggio interpreti?
“Io sono lo storico perché questo talk show ha la particolarità che ci sono dei personaggi che fanno parte della contemporaneità – come uno storico, appunto, e uno psicologo, che cercano di inquadrare un po’ la figura di Ettore Majorana -, e ci sono ospiti che vengono dal passato – quali Enrico e Laura Fermi, Edoardo Amaldi e il capo della polizia dell’epoca del periodo fascista, Arturo Bocchini -“.
Ci sono anche Gigi Proietti alla supervisione artistica e sua figlia Carlotta…
“Carlotta, anche se è una bravissima attrice, in questo spettacolo fa la cantante. La supervisione artistica di Gigi è perché sia io che Marco Simeoli abbiamo fatto la sua scuola, e quando io ho scritto questo testo è stato tra i primi a leggerlo. Quando gli abbiamo detto che volevamo metterlo in scena, lui ha detto ‘fatelo, poi vediamo quello che viene’. Man mano che lo mettevamo in scena lui si è appassionato e ha cominciato a darci consigli, indicazioni, fino a quando ha detto ‘firmo anche la supervisione perché lo spettacolo mi piace’, ci sono parecchie delle sue battute, lo sente una sorta di figliastro questo testo”.
Le musiche di Stefano Fresi?
“Lo spettacolo è nato con lui musicista e compositore, allora era in scena come pianista, ora resta il tema principale del talk show da lui composto. Adesso a suonare il pianoforte c’è Andrea Bianchi che è altrettanto bravo, anche lui compositore, poi tra qualche anno sarà anche lui famoso come Stefano Fresi, almeno glielo auguro! Io porto fortuna. Ad esempio, le poche fiction che ho fatto sono sempre andate benissimo come ascolti, da ‘Il maresciallo Rocca’ a ‘L’uomo che sognava con le aquile’ che nessuno si sarebbe mai aspettato raggiungesse i 10 milioni 200 mila telespettatori alla seconda puntata”.
Quali le peculiarità de “Il Majorana Show”?
“Fedeltà storica, certosina e maniacale: tutte le notizie che vengono dette riguardo ai personaggi sono comprovate. Ad esempio a un certo punto si parla dei gusti del gelato di Majorana. E, in una testimonianza che Amaldi ha lasciato per l’Accademia dei Lincei, c’è questo suo ricordo che alla Casina delle Rose di Villa Borghese andavano a prendere il gelato e cita che Majorana prendeva cioccolato, limone e fragola. Quindi anche dove sembra un’invenzione, dal punto di vista storico è tutto quanto documentato. Altra peculiarità è la comicità della situazione e del testo, la gente ride. E poi, c’è questo assoluto non rispetto delle regole teatrali come l’inserire alcuni personaggi viventi ed altri trapassati”.
Tre giorni con questo spettacolo al Ciak, un’occasione unica per vederti…
“Sì, ormai l’attività di attore è minoritaria. L’anno scorso ho pubblicato per la Marsilio editore ‘Fair Play’ con cui ho vinto un premio a Padova di cui vado fiero, il riconoscimento letterario sportivo ‘Memo Geremia’ di letteratura per ragazzi. Ed ora sto preparando un altro libro top secret di cui sto ancora raccogliendo il materiale, dovrebbe essere pronto tra un anno”.