Trento Film Festival: la cultura riparte dalla natura ergendo a simbolo il bosco montano ferito ma non scalfito

“Un bosco per non dimenticare: ripartiamo da qui per riappacificarci con la tempesta Vaia e ciò che è seguito”, così Albino Rossi che ha realizzato il manifesto della 68esima edizione del Trento Film Festival con cui la cultura si rimette in moto tenendo al centro la natura. Slittata a causa del Covid-19 al periodo che va dal 27 agosto al 2 settembre, la kermesse 2020 si terrà sia dal vivo che online. Con l’eccezione della pellicola di chiusura “Nomad: In the Footsteps of Bruce Chatwin” di Werner Herzog e della proiezione speciale di “Paradise – Una nuova vita” di Davide Del Degan, entrambi in uscita in autunno nelle sale, l’intero programma sarà presentato sia in proiezione per il pubblico trentino e gli ospiti del festival sia in streaming in tutta Italia (la piattaforma adottata è quella sviluppata da Festivalscope – il Trento Film festival sarà il primo festival a utilizzare questa tecnologia in Italia -, ogni film sarà disponibile online per 7 giorni e un massimo di 500 visioni).

Sono circa cento i film selezionati, tra oltre 600 iscritti, di cui 26 in anteprima mondiale e 37 in anteprima italiana distribuiti nelle diverse sezioni del festival.

25 le opere in CONCORSO: 14 lungometraggi e 11 cortometraggi, di cui 14 anteprime italiane e 2 anteprime internazionali, provenienti da 16 paesi diversi. La giuria internazionale che assegnerà la Genziano d’Oro e la Genziana d’Argento è composta da Carlos Casas (regista e artista spagnolo), Matteo Della Bordella (alpinista italiano), Carmen Gray (giornalista e critica cinematografica neozelandese), Gustav Hofer (filmmaker e reporter italiano) e Salomé Jashi (regista georgiana).

Molti i titoli italiani nella sezione TERRE ALTE: nell’anno in cui l’Italia ha affrontato una prova così dura, che ha scosso i pilastri della nostra società, è sembrato importante concentrare sul Paese la sezione dedicata al racconto dei territori e genti di montagna oggi.

Titoli spettacolari nella selezione di ALP&ISM, tra questi la più recente fatica cinematografica di Reinhold Messner con Die Grosse Zinne: il grande alpinista ricostruisce con passione e precisione la storia dell’alpinismo sulle Tre Cime, a 150 anni dalla prima salita della Cima Grande, con attori-alpinisti in costume che faranno rivivere le cinque scalate storiche, e lo spirito pionieristico di quei tempi.

La sezione dedicata agli autori, alle produzioni e ai protagonisti dalla regione Trentino-Alto Adige, ORIZZONTI VICINI, presenta 5 lungometraggi e 3 opere brevi.

MUSE.DOC, la sezione curata in collaborazione con il MUSE – Museo di Scienze di Trento, propone il meglio dei documentari naturalistici internazionali sulla fauna e l’ambiente: un viaggio dalle Alpi alla Scandinavia per finire in Iran.

“La forza delle immagini che animano il nostro festival sono capaci di farci viaggiare con lo sguardo e lo spirito, superando idealmente limiti e difficoltà”, dice il responsabile del programma Sergio Fant.

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