Giuspi: “Sogno di cantare con Fabio Concato”

Solare e intraprendente: è Giuspi, al secolo Giulia Spinello. Ha 19 anni ed è di Gela (Caltanissetta) l’artista il cui “nome d’arte è nato per caso, cercando un nickname di Instagram in cui ho utilizzato le prime tre iniziali del nome e del cognome“, racconta la cantante il cui pregio è quello di essere “una persona molto disponibile (che poi può essere catalogato anche come difetto). Sono buona, di cuore. Quando vedo una persona in difficoltà, tra i miei amici e le persone a cui tengo particolarmente, dò tutta me stessa. Un mio difetto è che sono molto solitaria, quindi tendo ad isolarmi, ma lo faccio inconsapevolmente, non lo faccio per non stare con gli altri, ma semplicemente perché ho bisogno dei miei spazi, di stare sola con i miei pensieri e con i miei sentimenti, per scrivere, dipingere, disegnare, quindi a volte le persone prendono questo lato di me come se non volessi stare con loro o non mi piacesse uscire, invece lo faccio perché è una parte del mio carattere che però può essere considerato un difetto“.

Giuspi, è bello che oltre a comporre canzoni tu dipinga. Che tecnica usi?

Io utilizzo tutte le tecniche. Ho fatto l’artistico, sono riuscita ad analizzare tutte le tecniche di colorazione. Ho fatto lavori a matita, con le matite colorate, ho dipinto ad acquerello, con le tempere, con gli acrilici. L’olio l’avrò utilizzato forse una volta, però ho anche disegnato molto in digitale, con la tavoletta grafica, al computer. Non mi faccio mancare niente, dipingo e disegno in tutti i modi, anche con la pittura su stoffa“.

Quali sono i tuoi soggetti?

A dipingere scelgo soggetti umani, non tanto gli oggetti, quindi nature morte che pure sono interessanti. Sono brava a disegnare i corpi (ho disegnato molti figurini di moda), ma preferisco i volti, e i volti in posizioni molto particolari. Difficilmente scelgo i volti ripresi frontalmente perché risultano piatti. Cerco di scegliere volti molto dinamici, a tre quarti, di profilo e, poi, volti con particolarità in viso. Non scelgo la modella classica, con il naso dritto, con le labbra dai canoni classici di bellezza (anche se il canone di bellezza è soggettivo), quindi non le modelle considerate belle in qualche modo: io scelgo quelle che hanno anche dei difetti in viso, se possiamo considerarli tali, tipo con le sopracciglia poco curate, i denti non drittissimi, con il naso un po’ storto… Cerco sempre delle particolarità in viso, perché secondo me disegnare un volto imperfetto è molto più stimolante che disegnare un volto perfetto con la pelle perfetta, con il naso perfetto, con gli occhi perfetti, i denti drittissimi, etc. etc. Quindi la scelta dei soggetti si basa principalmente sull’imperfezione, sul difetto“.

Hai deciso di esordire con “Nata per scroccare” (The Web Engine) il cui videoclip è animato: è frutto della tua matita?

No, l’ha fatto un mio amico che si chiama Marcomake, un artista molto bravo che mi piace particolarmente, quindi gli ho chiesto di lavorare a questo progetto e ha fatto tutto di testa sua, come d’altronde per la copertina del singolo, anche se l’idea di base è mia, la matita è di un altro mio amico ancora“.

Quanto ti rispecchia questo brano?

Mi rispecchia molto come d’altronde tutti i brani che scrivo perché mi baso sulle esperienze personali che ho avuto. ‘Nata per scroccare’ è un brano molto ironico, da non prendere molto seriamente, però mi rispecchia molto perché parla di me, di quando ero piccola, della mia infanzia, parla della mia adolescenza, perché non c’è soltanto lo scrocco dentro alla canzone, si parla anche un po’ della mia vita, della storia della mia vita. Per quanto riguarda in particolare lo scroccare e l’essere scrocconi mi rispecchia, ma credo che rispecchia tutti chi più, chi meno. Rispecchia anche me perché ho avuto un periodo in cui sono stata molto scroccona e adesso mi sono placata un attimino, però anche ora a modo mio scrocco, prima del Covid mi capitava di dire ‘mi fai assaggiare il fine cocktail che ti sei presa?’ oppure la birra o la patatina. Se dovessi dire una percentuale in cui mi rivedo in questo brano, sarebbe un 90%, l’ho scritto quando avevo 17 anni, sono passati quasi tre anni, tra poco faccio vent’anni, quindi quel 10% in cui non mi rispecchio più è perché sono passati un po’ di anni e sono un po’ meno scroccona di quando l’ho scritto!“.

Le sonorità scelte vanno in direzione di un sound anni ’80: che tipo di musica ascolti? Quali i tuoi riferimenti musicali?

Ho sempre ascoltato di tutto, non mi sono mai privata di nessun artista, credo che l’ispirazione si possa prendere anche dagli artisti che ci piacciono meno, anche da quelli che non sono considerati artisti: secondo me l’arte è dappertutto. Gli artisti che ascolto maggiormente sono tanti, un giorno ne ascolto uno, un altro giorno altri dieci totalmente diversi, però se ti dovessi fare dei nomi: Gazzelle, Calcutta, Frah Quintale, Coma_Cose… Poi: Battisti, De Andrè, Fabio Concato, Elisa, Giorgia, Levante, Annalisa, Serena Brancale… E ancora i Subsonica, Cosmo, i Bluvertigo, Morgan. Sono davvero tanti, però questi sono quelli che ascolto di più. Ma ce ne sono ancora tantissimi altri, questi i principali!“.

Tra tutti loro con chi ti piacerebbe cantare in duetto?

Con Serena Brancale o con Concato, perché sono quelli a cui sono affezionata di più. Ma, dovendone scegliere uno, Concato sarebbe proprio il mio sogno perché ci sono affezionata, lo ascoltavo con mio padre. Le sue canzoni mi fanno emozionare ed è la prima cosa che cerco io nella musica e nell’arte in generale è l’emozione. Quindi l’artista con cui sogno di cantare, di duettare è Fabio Concato“.

Come proseguirà ora il tuo percorso musicale?

Scrivendo, perché questo è un periodo di stand by. La mia produttrice Anita De Luca è a Catania e dovrei spostarmi. Io scrivo tante canzoni in maniera spontanea e naturale da sempre, non mi impongo di scrivere altrimenti cesserebbe il flusso artistico dell’ispirazione. Sto scrivendo dei pezzi alla tastiera. In futuro spero di riuscirmi a vedere con Anita per produrre dei pezzi nuovi e farli uscire il prima possibile, anche se ho già una decina di pezzi pronti. Le prossime canzoni non saranno simili a ‘Nata per scroccare’, ma saranno meno ironiche, un po’ più profonde a livello concettuale. Adesso, quindi: si scrive, si scrive, si scrive!“.

Oltre alla tastiera, suoni altri strumenti?

Sì: ogni strumento che acquisto cerco di riuscire a strimpellarlo decentemente perché non ho mai studiato pianoforte, non ho mai studiato chitarra, tutto quello che senti quando io suono è farina del mio sacco, sono un’autodidatta, ho sempre fatto tutto da sola. Suono la chitarra, suono la tastiera, me la cavo abbastanza anche con le percussioni, ho il ritmo, riesco a capire i tempi delle canzoni. Non ti nego che comprerei anche un mandolino, un banjo, una tromba: mi metterei a suonare pure quelli nel senso che io sono innamorata della musica. In futuro voglio comprare anche un basso. Io sono così innamorata della musica che davvero suonare soltanto la tastiera e la chitarra lo vedo come un fattore limitante perché voglio suonare sempre di più, voglio riuscire a conoscere il più possibile di quello che posso conoscere della musica, perché l’amo così tanto che davvero vorrei conoscere più strumenti. Magari tra un anno suonerò il basso“.

Il regalo che vorresti dal 2021?

Un oggetto? La scheda audio o la loop station per registrare al computer, ma anche una chitarra nuova perché la mia acustica ha i suoi sette anni. A livello concettuale, invece, vorrei trovare un po’ di serenità perché è l’ultima cosa che riusciamo ad avere in questo periodo in cui veramente col Covid non ci si può abbracciare e stare insieme ed è una cosa che ti prosciuga. Anche se sono una ragazza solitaria e che sta sulle sue, ho bisogno anch’io della mia routine, di uscire, stare con la gente, condividere, vivere quegli attimi di leggerezza, anche soltanto andare a prendere un caffè al bar: sono situazioni che mi mancano“.

Qual è la frase che ti fa da sprone quotidiano?

Bisogna credere in quello che si sta facendo, nei propri sogni, e lasciar perdere tutta la gente che ti ostacola, perché inevitabilmente ci sono sempre delle persone che cercano di metterti un bastone tra le ruote quando hai un sogno particolare come la musica, di fare l’artista. Io ho davanti l’obiettivo di vivere di musica, farla e arrivare a più gente possibile, così prendo le critiche costruttive, il buono dagli altri e non mi lascio mai demoralizzare da quello che mi dicono per invidia. Ma questo mio modo di vivere si può estendere a un motto di vita valido per tutti: continuare per la propria strada nonostante ci siano persone che ti intralciano“.

You May Also Like

Le emozioni di una voce intensa e dolce: Emilio ne “I tuoi silenzi”

Tappa vincente per i Gregari “In fuga”

L’amore non soffoca, l’invito alla denuncia

“Letto singolo”: debutto promettente per il giovane cantautore Michele Lener