Giovanna Turi: “L’eco della vita risuona d’amore”
La rosa rossa è il suo colore preferito. È Giovanna Turi, cantautrice bolognese che ha appena compiuto 33 anni. Pubblica il suo primo singolo da autrice e compositrice nel 2015 dal titolo “Adesso no”. Nel 2018 vara il suo primo ep autoprodotto, “Viaggio Splendido”, e nel 2019 pubblica “Solo una donna”, singolo uscito in occasione della giornata contro la violenza sulle donne. Da poco più di un mese è in rotazione radiofonica una nuova canzone “Un amore non è mai uguale” (Crawly Records), preludio di un progetto più grande quasi ultimato. Suo segno particolare? “Una voce bassa e profonda. Quando parlo seriamente esce tutta la sua vera gravità, il colore scuro, però cerco sempre d’impegnarmi nello schiarirla mentre parlo“. Mentre parliamo al telefono la sua cagnolina, Bella, un pinscher nano di due anni, abbaia per richiamare la sua attenzione.
Giovanna, descriviti come persona ed artista?
“Sono timida, riservata e insicura nel sociale, riesco ad essere me stessa al 100% solo nella musica“.
Pregio e difetto?
“Pregio? Sono una persona umile. Difetto? Sono molto impulsiva. Ti insegnano sempre a contare fino a dieci, poi però alla fine chi è impulsivo è perché dice la verità, ma dal punto di vista di alcune persone proprio per questo è scomodo. È un’arma a doppio taglio“.
Che rapporto hai col femminile?
“A me piace tantissimo essere donna. Mi piace curarmi nell’abbigliamento, però non sono donna stile bambolona. Mi piace essere più easy, nel senso io per dire la gonna la metto raramente perché con la gonna mi sento troppo femmina, quindi con i pantaloni e camicie più o meno scollate mi sento me stessa“.
Cos’è per te la musica?
“La musica per me è tutto: è l’ossigeno di ogni giorno, è emozione, è coraggio, è forza, è ricordo, è tutto quello che può trasmettere ad ogni singola persona in ogni momento della sua vita“.
Hai preso lezioni di canto?
“Assolutamente no. Quando uscì il singolo ‘Solo una donna’, e fu la prima volta che mi affidai ad un ufficio stampa, All Music Italia mi bocciò e scrisse che la mia voce era a tratti maschile e molto impostata. Ma non mi si può dire che la mia voce è impostata perché io non ho fatto nessuna scuola di canto, ho preso alcune lezioni di musica nel momento in cui ho iniziato a scrivere perché avevo bisogno di accompagnarmi ad un tappeto musicale per la composizione dei testi, per avere un orientamento. Alle lezioni di pianoforte, il mio maestro mi ha detto di fare qualche lezione anche di canto, ma non a livello di cambiare il modo di cantare ma per avere delle basi per il respiro per quando non avevo voce, ma ti parlo di cinque lezioni, non di anni di studio“.
È il pianoforte che ti accompagna quando componi le tue canzoni?
“Sì, suono il pianoforte come una bambina che sta alle elementari che inizia a parlare, leggere e scrivere. A 25 anni ho scoperto che potevo anche scrivere musica. La scrittura è nata perché cercavo di entrare dentro il pezzo di altri per cantare, però cominciavo un po’ a cambiare questo e quello, così, per quanto avessi carta bianca nel modificare una strofa o due parole dal ritornello, non mi sentivo io al 100% dentro i brani che mi proponevano. Quindi da lì i miei musicisti mi hanno detto ‘Ma perché non te li scrivi tu, Giò’ e io giustamente non avendolo mai fatto ero insicura. Ma continuavano ad arrivare brani che non mi piacevano, così ho detto ‘no, adesso mi metto e vediamo cosa salta fuori’. Ho scritto una canzone, l’ho portata in studio dal mio fonico, dai miei musicisti, l’hanno ascoltata e abbiamo poi pian pianino, passo dopo passo composto l’album che dovrà uscire il prossimo mese, almeno spero, perché manca l’ultima traccia da registrare“.
Come s’intitolerà il disco?
“Si chiamerà ‘Suicidio in diretta’ che poi è un brano che verrà estratto proprio al lancio dell’album“.
Te lo ha ispirato qualcosa in particolare questo brano titletrack?
“Il brano parla di musica, di me musicista, di tutto quello che succede a livello musicale in Italia, ma credo anche negli altri Stati, perché gira e rigira il marketing è quello. Io parlo della mia situazione, ma possono rispecchiarsi all’interno anche altri settori“.
Quanti brani conterrà l’album?
“Dieci tracce“.
“Un amore non è mai uguale” sarà compreso?
“Sì. Anche ‘Cosa provi per me’ e ‘Solo una donna’, i due singoli precedenti, saranno all’interno dell’album ‘Suicidio in diretta’“.
“Un amore non è mai uguale” racconta di un amore che va al di là di ogni barriera: cosa te lo ha ispirato?
“C’è stato un periodo in cui sui social, sui giornali, in tv c’erano notizie negative sulla discriminazione, sia di colore che sessuale. In particolare, è stata diramata la notizia di una ragazza che era stata stuprata solo perché era di colore, mentre altre persone hanno perso la vita per via della loro sessualità. Il messaggio di questa canzone è che noi non dobbiamo soffermarci a guardare l’apparenza di una persona, ma dobbiamo guardare oltre per riuscire davvero a provare ed assaporare il vero sentimento dell’amore che può essere comunque tra due persone sia a livello sessuale che lavorativo e d’amicizia. L’amore ha tante forme, a volte noi siamo chiusi perché la gente pensa che l’amore sia soltanto uomo-donna, figli e questo. No, non è così, l’amore è anche l’amore che io provo per il mio cane, che la amo con tutta me stessa e io non guardo se lei è un cane, ha quattro zampe, è pelosa, no, la amo e basta per tutto quello che lei mi dà. La canzone vuol dire di non guardare, di non tenere conto solo di quello che magari ti può dire la testa o che ti può dire il cuore, ma quando si ama si deve usare entrambe le cose: l’irrazionalità e la razionalità. Non si può amare soltanto con la testa o soltanto con il cuore, bisogna amare con entrambe le cose, ci servono tutte e due le cose“.
Qual è la frase di questa canzone che più ti piace sottolineare?
“Di ‘Un amore non è mai uguale’ la frase è ‘dentro un’eco di questo viaggio che brucia forte in me’ perché l’eco della vita è quello che risuona, una citazione che ho preso da un passo di Suor Mariateresa di Calcutta – io sono molto credente – dove citava l’eco della vita che risuonava ed era così forte che gli bruciava dentro l’amore per la vita. Quindi non bisogna mai dimenticare l’amore per la vita, perché questo è il più grande dono. Poi ce ne sono tante di frasi. Questo è stato un brano che davvero è stato molto difficile per me, perché quando l’ho portato in studio volevo delle sonorità tipo anni Ottanta. Alla fine è uscito davvero quello che volevo far uscire sia a livello canoro che a livello verbale“.
Il videoclip ufficiale del brano, diretto da Giovanni Forte, è ambientato in una carpenteria: quanto c’è di tuo nel video?
“La carpenteria l’ho scelta io, tutto il resto è di Giovanni Forte che, quando ha sentito il brano, ha detto ‘qui dobbiamo usare roba anni Ottanta’. L’inizio del brano risente delle telenovelas che andavano negli anni Novanta che io guardavo quando ero piccola con mia mamma. La carpenteria l’ho scelta perché il ferro si piega soltanto quando è caldo e quindi è un messaggio anche alla nuova generazione di non discriminare, ma di guardare oltre, quindi il buono che c’è dentro una persona, non il suo colore di pelle o le sue preferenze sessuali“.
Qual è la tua massima nella vita?
“Nessuna. Vivo giorno per giorno e ringrazio ogni singolo giorno per tutto quello che mi dà“.