Oana: come Baudelaire sente la diatriba tra disincarnazione e desiderio
“Non sono mai stata amante dei fiori. Mi piacevano molto da piccola, ma qui non li ho mai visti, perché non sono nata in Italia, sono nata in Romania, c’erano i bucaneve, quei fiorellini bellissimi che spuntano sotto la neve perché lì gli inverni duravano tantissimo ed era un incubo con un mucchio di neve, sempre freddissimo e quindi quando vedevi questi fiorellini piccoli che spuntavano significava che era finito l’inverno e che la primavera stava arrivando ed era un sollievo per tutti“, così Oana, artista classe ’92, che dice: “Preferisco che le persone ascoltino la mia musica senza pensare a chi sono“.
Oana, almeno tre cose fondamentali di te per descriverti a chi non ti conosce?
“Sono molto curiosa, lo sono sempre stata. Mi piace soprattutto ‘rubare’ cose, ho sempre imparato un sacco guardando gli altri, ovviamente anche chiedendo. Chiaramente mi piace la musica, fa parte della mia vita fin da quando ero bambina, ricordo che il mio artista preferito era Michael Jackson, m’incantavo davanti alla televisione guardando i suoi video ed ero pazza di lui. La musica mi ha sempre emozionato fortemente. Ho fatto il Liceo Classico, quindi sono appassionata di Letteratura Classica, in generale mi piace leggere e vedere come altri prima di me hanno pensato al mondo e l’hanno cercato di interpretare, di spiegare cose“.
Nei tuoi studi, c’è un poeta, un filosofo, un artista a cui sei particolarmente legata?
“Mi piace tutto l’Ottocento francese in generale, però quello che più mi ha colpita nel modo di pensare è stato sicuramente Nietzsche. A scuola l’hanno sempre descritto come un personaggio un po’ al limite, quasi politicamente scorretto su tante cose, e io sono sempre attratta da queste cose, perché poi voglio sapere oltre, come motiva le cose e perché è stato catalogato così. Quindi sicuramente lui e tutta la sua filosofia“.
Del mondo della musica hai citato Michael Jackson, chi sono i tuoi musicisti di riferimento?
“Io ascolto ogni genere di musica, partendo da Michael Jackson e tutto quello che è pop mi piace molto, mi emoziona particolarmente, ma non credo che questo abbia influito nella mia musica. Ascolto tutti i tipi di musica da quella balcanica popolare alla bossa nova, che è brasiliana, fino alla musica classica. Di musicisti attuali che sicuramente mi hanno influenzata, e mi hanno dato un po’ di fiducia nel mio progetto posso citarti James Blake, una passione confermata vedendolo sul palco“.
Hai frequentato il Conservatorio, cosa hai perfezionato? Voce e pianoforte?
“Ho fatto tanto jazz, pianoforte era complementare e quindi sì so accompagnarmi ma non mi reputo una pianista, tutt’altro. Mi sono avvicinata abbastanza tardi allo studio della musica, più o meno quando ho cominciato a lavorare così da riuscirmi a pagare le prime lezioni, tra l’altro di nascosto perché un po’ mi vergognavo. Non so perché… ero molto giovane… Al Conservatorio ho imparato armonia, un po’ di composizione e canto“.
Il singolo da poco uscito “Stai con me!”, come nasce?
“Da un’esperienza personale. È nato in una notte, l’ho scritto di getto praticamente. Era un po’ che ci pensavo. Mi era successa una cosa un po’ brutta perché ero uscita con un ragazzo che aveva una fidanzata ma io non lo sapevo, l’ho saputo molto dopo, quando tra l’altro gliel’ho chiesto. Quindi ci sono rimasta molto male, non mi sono arrabbiata in realtà, era proprio una delusione forte perché è brutto sentirsi presa in giro. Quindi volevo in qualche modo mettere fine a questa storia con me stessa, cercare di mettere il cuore in pace, infatti dico che è l’esorcismo di un amore, perché così è stato nel senso che nel momento in cui l’ho chiusa, il giorno dopo mi sono svegliata, l’ho riascoltata e ho detto ‘cavoli, è proprio bella’, ero molto contenta e quasi per magia tutta quella cosa brutta che mi era capitata in qualche modo aveva avuto un senso“.
“Dentro e fuori” ha un visual molto sensuale, “Stai con me!” molte etereo: come mai queste scelte quasi contrapposte?
“Perché, citando Pirandello, ‘Uno, nessuno e centomila’, siamo tutti un po’ così, scegliamo quale parte di noi far vedere a determinate persone. Mi spiego meglio, con mia mamma sono in un modo, con il mio ragazzo sarò in un altro modo, con gli insegnanti, i miei alunni sarò in un altro modo, però questo non significa che io sia effettivamente diversa. Semplicemente ho voluto far vedere che sono quell’Oana, ma anche quest’altra Oana, a seconda dei momenti e delle occasioni“.
Hai detto “miei alunni”: cosa insegni?
“Insegno canto, insegnavo in realtà perché adesso siamo fermi da un anno, in una scuola privata. Dò lezioni di canto e musica a ragazzini molto piccoli“.
Prima “Dentro e Fuori”, ora “Stai con me!”, il 9 febbraio il primo ep “I fiori del male” per la Blackstar Recording Studio: puoi anticipare qualcosa di questo progetto?
“Intanto, ‘I fiori del male’ è una citazione di Baudelaire e uno dei brani del disco, un modo un po’ poetico per descrivere questa serie di sensazioni che provo, che mi scuotono, che un po’ mi piacciono e un po’ mi spaventano, però voglio che si materializzino e in questo caso hanno preso la forma di un ep. Ci sono cinque tracce, sono tutte abbastanza diverse l’una dall’altra. È il mio primo disco e spero che venga accolto bene. La scelta di ‘I fiori del male’ è perché come in Baudelaire c’è un po’ questa diatriba tra disincarnazione e desiderio. Lui spesso era molto contrastante nelle sue idee, da una parte vedeva la donna come creatura pericolosa e in altri momenti come un oggetto di desiderio, quando non di adorazione, ed è la stessa diatriba che un po’ scuote anche me“.
C’è una poesia di Baudelaire in cui più ti rispecchi?
“C’è nella raccolta una poesia che riflette sul ruolo del poeta che credo sia valido per l’artista di oggi, ‘L’albatro’, che è un uccello marino, parla di questo uccello che è tanto bello quando vola, gigante, ma quando cammina in mezzo alle persone con le sue ali molto grosse non riesce a camminare ed è un po’ anche quello che sento io perché se si tratta di scrivere, di fare musica, mi sento molto a mio agio, se devo parlare mi sento zoppicare, se devo cantare sto bene se devo parlare mi sento sempre un po’ spaesata, ecco“.
Mi leggi il passaggio della poesia che ti sta più a cuore?
“Il Poeta è come lui, principe delle nubi/Che sta con l’uragano e ride degli arcieri;/Esule in terra fra le grida di scherno,/Le sue ali da gigante gli impediscono di camminare“.
Hai un desiderio per i prossimi mesi?
“Vorrei realizzare un altro disco perché in un anno di chiusura ho scritto tantissimo e spero di tornare in studio presto, magari chi sa riusciamo a farlo uscire per la fine dell’anno. Poi, ovviamente, suonare, ma è scontato, quello è il desiderio di tutti. Cerco di non desiderare cose che tanto so che non arriveranno mai. Mi pongo degli obiettivi che so di poter raggiungere“.