Sista, quando la differenza è fatta dalle piccole cose

Sono una nera bianca. Pur essendo bianco latte, sono un’appassionata di musica black“, è Sista, nome d’arte della cantautrice Silvia Gollini. “Il nome Sista – spiega – non è un nome di connotazione italiana, ma appartiene alla cultura nera. Per tantissimi anni io ho cantato all’estero musica soul, black, acid jazz, funk, con un progetto nato tra Londra e Italia. Poi il Covid ha cambiato tutto ed ecco qua, esce ‘Sospesi’, canzone totalmente italiana“. Dal 29 gennaio è in radio il primo brano in italiano di Sista, scritto durante il lockdown, prodotto da Marco Gollini, registrato negli studi di Mad Records.

Sista, com’è stato tornare in Italia?

In realtà, sono sempre stata attiva in Italia, però appena potevo scappavo perché avevo la possibilità di cantare all’estero e proseguire la mia attività musicale di cantante anche fuori. Quindi sono sempre stata in Italia, però anche attiva all’estero. Poi quando è scoppiato il Covid ero a Roma e non sono potuta più scappare via“.

Valigia sempre pronta?

La valigia è sempre in ingresso, ma veramente, c’è sempre. Anche se non devo partire, ho bisogno di vederla a disposizione“.

Bagaglio a mano?

Trolley“.

“Sospesi” parla del rapporto col tempo, come nasce questa canzone?

Io scrivo da anni qui in italiano anche per altri, però per me avevo sempre avuto più remore e preferivo la lingua inglese. Poi, nei primi mesi del lockdown, quando siamo proprio stati chiusi in casa senza poter uscire, il Covid ha portato tanti pensieri ed uno fra tutti il fatto che ci siamo fermati contemporaneamente nello stesso istante in tutto il mondo. Questo mi ha fatto riflettere. L’ho vista come una pausa di riflessione che magari il mondo ci sta dando per farci capire un po’ dove stiamo andando e se possiamo cambiare qualcosa. ‘Sospesi’, in realtà, è una canzone ottimista, non sul Covid ma sull’idea di imparare a rallentare, quindi tra le cose che abbiamo imparato c’è anche il fatto di riflettere su ciò che potremmo migliorare, magari potremmo andare più piano, mettere un po’ in discussione il nostro modo di vivere e soffermarci sulla bellezza di quelle piccole cose che magari abbiamo ritrovato in pausa. In più, c’è questa voglia di abbracciarci che, ovviamente come dice il ritornello, è tra tutte le cose che farò quando si potrà fare“.

Nel tuo quotidiano cosa sono le tue piccole cose?

Di piccole cose, in realtà, ce ne sono veramente tante perché nel mio piccolo, per esempio, io sono una golosona e devo dirti che nella mia giornata quotidiana anche il dolcettino che magari è dopo il caffè… Io non prendo il caffè senza il biscottino, quel biscottino, quel dolcetto è una fra le piccole cose di ogni giorno della quale non mi privo e che ci devono essere. Poi, può essere anche una parola che ti viene detta da un’amica al telefono, oppure il colore di una camicetta quando ti vesti o un cagnolino… Io ho un gattone, quindi il mio gattone mi regala un sacco di meraviglie nelle piccole cose. Però ce ne sono veramente tante durante la giornata. Uno non ci fa caso, ma se fa alla sera la somma di quelle cose si rende conto che ci sono state un sacco di cose durante il giorno“.

Chi è la prima persona che vorresti abbracciare appena si potrà?

Devo dire che forse c’è una signora che sicuramente meriterebbe di più l’abbraccio che è mia madre. Non che non l’abbia abbracciata però sempre con dovuta distanza, c’è bisogno di uno di quegli abbracci che tu dici adesso ti posso dare il contatto senza la paturnia della paura di passaggi strani, quindi mi manca proprio il darle tutto il mio abbraccio“.

Qual è il nome di tua madre?

Si chiama Margherita come il mio fiore preferito“.

Tra le tue cose preferite, dalla canzone “Sospesi” si evince che c’è anche il mare: cosa rappresenta per te?

Nonostante io sia una pessima nuotatrice e il mio rapporto con l’acqua del mare non sia bellissimo, tuttavia il mare è quella cosa che ci piacerebbe in qualsiasi momento della giornata e da condividere con un ragazzo a cui vuoi bene, un’amica che ti rapisce e ti dice ‘lascia perdere tutto, ti porto al mare’. Il ‘ti porto al mare’, ‘andiamocene al mare’ è come dire una sorta di ‘godiamoci questo momento in un paesaggio bellissimo’, quindi ‘andiamocene al mare’ è dire ‘stiamocene io e te in un posto bellissimo’“.

Hai varato “Sospesi”, ma immagino tu sia già pronta con i prossimi progetti?

Sì, esatto. Nei prossimi mesi uscirà un altro singolo in italiano. ‘Sospesi’ è stato l’input che ha deviato il percorso originario, ma in bene, ne sono molto felice“.

Ci sarà anche un disco?

Sì, assolutamente. L’idea è di non fare un ep ma un album e quindi sicuramente dobbiamo veramente darci da fare perché siamo in studio, si può lavorare in questo periodo. ‘Sospesi’ ha dovuto aspettare quattro mesi prima di uscire, i tempi si sono per tutti allungati, adesso dobbiamo recuperare, non dico che uscirà un singolo a settimana, ma ogni mese e mezzo sì, per recuperare un pochino“.

Tanta musica e il resto? Teatro o tv?

Io ho iniziato prestissimo sui palchi e appartengo con orgoglio alla generazione del live, dei vecchi leoni del palco, ecco perché siamo in astinenza e non vediamo l’ora di tornare. Dopo tanti anni di palco ho iniziato la mia prima esperienza come corista, ho fatto tournée con Alex Britti tanti anni fa. Da lì ho lavorato nel teatro e in televisione, tante cose. Poi, ho cominciato a voler scrivere canzoni e avevo bisogno di esplorare un po’ fuori. Ecco perché da lì è nata un po’ lo stare qui e lo stare là“.

Hai nominato Alex Britti. Hai scritto anche per lui?

No, ho fatto la corista per lui durante il periodo del Palavasca, quindi era 2001, 2002. È stata la mia prima tournèe dove ho avuto la bellissima esperienza, dopo tanti anni di palco, di entrare in un circuito più grande. Da lì sono nate tante cose. Ho conosciuto tanta, tanta gente del settore e da lì, uno spera anche per le qualità, si sono aperte tante strade. Io sono una di quelle che ha fatto tanta, tanta gavetta prima di fare delle cose e suggerirei a tutte le generazioni di prestare un po’ di orecchio alla pazienza“.

Cos’è per te essere donna?

È il coraggio perché noi donne siamo molto coraggiose e abbiamo una predisposizione naturale al coraggio. Credo che le donne siano molto, molto coraggiose e hanno una forza incredibile. Siamo per natura predisposte ad affrontare alcune cose, senza togliere nulla al mondo maschile. Però, ovviamente, la nostra forza è una forza diversa e sono sicura che le donne hanno un coraggio come madri, come figlie, come donne, come compagne, che ci rende speciali. Ecco perché magari sicuramente, soprattutto negli ultimi anni, dobbiamo conquistare protezione e rispetto“.

Il più grande insegnamento che ti ha dato tua madre Margherita?

Mia madre è una donna molto, molto forte che a volte da sola si è tirata su e questo è un grande insegnamento per una figlia. È una persona perbene e buona e questa è una cosa che la rende tale anche per gli occhi delle persone e per l’affetto che ha intorno, cioè la bontà paga sempre secondo me. Quindi è stata ispirazione di essere una persona perbene, buona e forte in grado di rialzarsi anche da sola, anche dopo tante cose non facili“.

Hai un verso di una poesia alla quale sei molto legata?

C’è una poesia di Alda Merini che per me è bellissima e l’ho scoperta un po’ di anni fa. È ‘I poeti lavorano di notte’. Per noi artisti è qualcosa che ci giustifica dall’essere sempre notturni. Dice ‘I poeti lavorano di notte quando il tempo non urge su di loro, quando tace il rumore della folla e termina il linciaggio delle ore’. Nella parte finale recita: ‘fanno ben più rumore di una dorata cupola di stelle’. Con le parole intende. È una poesia piccolina, ma veramente bellissima“.

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