Sofia Buscé: “La musica è la mia compagna di viaggio”
“Sguardo severo e sbagliato”, non è il suo ma quello della donna che racconta nella sua canzone “Milena”. È la cantautrice romana, Sofia Buscé, 24 anni, dalla voce armoniosa e ricca. “Milena” è il suo singolo d’esordio che spazia tra soul, jazz, latin e pop. Prodotto dall’etichetta Joinformusic di Roma (Massimo Calabrese, Marco Lecci e Lorenzo Meinardi), il brano è on air da venerdì 15 gennaio e si avvale di un video che è un backstage del backstage.
Sofia, quali i tuoi pregi e difetti come donna e come artista?
“Dal punto di vista umano so di essere una molto altruista, determinata e perfezionista, che però potrebbe avere anche un’accezione negativa. Il perfezionismo, infatti, a volte può diventare un ostacolo. A volte, forse, voglio avere un po’ il controllo della situazione e questo può essere un pregio come un difetto. La stessa cosa mi viene da dire in ambito artistico, perché da un lato voler avere il controllo del proprio progetto è sicuramente un pregio, al tempo stesso però è pure bello e utile confrontarsi con gli altri“.
Sei “lunatica”?
“Questo è per capire se sono Milena forse, vero?“.
Esatto!
“No, non sono troppo lunatica. Penso che se cambio umore c’è sempre un motivo per cui lo cambio, però in passato forse ero più lunatica, adesso mi sono un po’ riequilibrata, stabilizzata in questo“.
Come nasce il singolo d’esordio “Milena”?
“Nasce pianoforte e voce. Il testo è nato veramente in maniera molto rapida, in una sera di flusso di coscienza mi sono messa a scrivere e non ho mai modificato il testo, come non ho mai modificato la linea melodica. Poi l’ho portata in studio e l’abbiamo arrangiata insieme. È piaciuta, mai avrei pensato che sarebbe stato questo il singolo d’esordio, ma è sempre così, uno non se l’aspetta, poi si confronta e a volte rivaluta un po’ il lavoro che ha fatto“.
Complimenti!
Cos’è per te la musica?
“Oltre a essere il mestiere, è un po’ sempre stato un’ancora, un giubbotto di salvataggio, se vogliamo intenderla così. È la mia compagna di viaggio. Ho affrontato tutto con la musica. Racconto sempre l’aneddoto di quando ero piccola e dovevo imparare ad andare con la bici senza rotelle e avevo molta paura perché ero molto fifona da piccola, poi a un certo punto mi sono messa a cantare e la cosa mi ha rilassato tantissimo e mi sono lasciata andare e ho imparato. Quindi questo evento è un po’ la metafora di tutto quello che poi è stato il mio percorso musicale“.
Hai studiato canto e qualche strumento musicale?
“Io ho iniziato col pianoforte a 9 anni e poi successivamente, ma non prima dei sedici anni, ho iniziato a prendere lezioni di canto vero e proprio e, poi, ho studiato la teoria musicale, imparando tutto quello che sta dietro la musica“.
Componi in italiano e in francese, come mai?
“La Francia è sempre stata parte della mia vita perché ho vissuto lì per un periodo. Ho preso, infatti, il doppio diploma, italiano e francese. Dai miei 13 anni parlo francese, quindi posso definirmi anche bilingue perché penso in italiano e sogno in francese per dire. Il francese fa proprio parte di me. È proprio quando ero lì in Francia che ho cominciato a scrivere canzoni, mi ha stimolato molto l’ambiente e quindi è inevitabile per me scrivere e pensare in entrambe le lingue“.
Hai vissuto a Parigi?
“Andavo spesso a Parigi, ma ho vissuto a Lille, vicino Bruxelles“.
Quali sono le tue prossime tappe discografiche?
“Noi stiamo già preparando il prossimo singolo, quindi sicuramente uscirà molto presto, questa è l’unica cosa certa. Però è anche vero che stiamo lavorando in studio da più di un anno e quindi sicuramente stiamo preparando l’album e tutto quello che succederà… le canzoni non mancano!“.
Cosa pensi dei talent show?
“Io penso che siano un ottimo trampolino di lancio, ma sono un’arma a doppio taglio. Ho visto tante persone di talento andare lì nel momento sbagliato. Con la testa sbagliata il talent rischia di essere veramente quasi limitante. Ho visto veramente tante persone valide che con qualche anno di studio in più avrebbero fatto centro e che magari si sono un po’ rovinate, perché purtroppo i talent possono fare bene ma fare anche molto male, quindi penso che per andare bisogna aspettare il momento giusto”.
Ci sarà un momento giusto per te oppure dici no a prescindere?
“No, io non dico no. Io adesso mi sento sicuramente molto più matura rispetto a prima, quindi per questo non escludo nulla“.
C’è la frase di una canzone che ti rispecchia?
“La mia canzone del cuore è ‘C’è tempo’ di Ivano Fossati, che poi rispecchia anche un po’ il periodo che viviamo ed è una frase che mi ha aiutata tanto nel lockdown. C’è la frase finale ‘c’era un tempo sognato che bisognava sognare’ che sento molto“.
Il tuo fiore preferito?
“Il tulipano perché il rosso mi piace molto, è il mio colore preferito… poi mi ricorda De Andrè“.
Festeggerai San Valentino?
“No, non lo festeggio, non mi piacciono queste feste“.
Sei innamorata?
“Non ho proprio il tempo!“