“Baci rubati”, un’attenta ricostruzione sull’omosessualità nel periodo fascista

Era il 6 maggio 1938 quando la Roma fascista accorre per le strade festeggiando la visita di Hitler a Mussolini, mentre la madre di famiglia Antonietta (Sophia Loren), restata a casa, incontra nel suo palazzo Gabriele (Marcello Mastroianni), che cerca di nascondere la sua omosessualità: uscito nel 1977, il film “Una giornata particolare” di Ettore Scola restituisce in maniera poetica gli amori vietati nel Ventennio fascista. Simbolicamente dal giorno di San Valentino è approdato on demand su CG Digital, iTunes, Google Play, Chili il documentario “Baci Rubati – Amori omosessuali nell’Italia fascista” di Fabrizio Laurenti e Gabriella Romano (prodotto e distribuito da Istituto Luce-Cinecittà e già presentato al Bellaria Film Festival e al Florence Queer Festival), che ricostruisce le sfumature del vivere l’omosessualità durante il fascismo. In 50 minuti, vengono raccontate le contraddizioni di un periodo in cui l’omosessualità era riconosciuta e sanzionata per legge – “Chiunque (…) compie atti di libidine su persona dello stesso sesso, ovvero si presta a tali atti, è punito, se dal fatto derivi pubblico scandalo, con la reclusione da sei mesi a tre anni” così enunciava nel 1927, in prima stesura, l’articolo 528 del nuovo codice penale Rocco riguardo la repressione dell’omosessualità -, ma si doveva essere prudenti nell’ammetterla per non far dubitare della virilità del maschio italico che veniva decantata dalla propaganda fascista. Utilizzando brani di scrittori come Aldo Palazzeschi, Filippo de Pisis, Sandro Penna, Radclyffe Hall, e anche lettere e testimonianze di persone comuni, ascoltando studiosi e servendosi della presenza di Luca Ward e delle voci di Valentina Cervi, Sabrina Impacciatore e Neri Marcorè, il film restituisce verità agli amori vissuti da omosessuali e lesbiche a volte in maniera libera, a volte con prudenza. Per cercare di comprendere le mille sfaccettature della situazione storica sono importanti i materiali di repertorio provenienti da collezioni private, le interviste radiofoniche risalenti all’inizio degli Anni Ottanta e i brani di diari inediti a cui fanno da controcanto le immagini ufficiali del regime dai cinegiornali Luce. Bisognerebbe approcciare “Baci Rubati” come ad una lanterna accesa per guardare verso orizzonti scevri da ogni sorta di pregiudizio nel rispetto di tutti.

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