Carnevali: “Non tutti possono avere la fortuna di scrivere un singolo a 17 anni”
“Compio 18 anni il 15 maggio e un po’ mi dispiace perché con la maggiore età di devi far carico di moltissime responsabilità“, parla Rocco Carnevali, l’artista di Parma classe 2003 dal nome d’arte semplicemente Carnevali, che ha esordito ad aprile col singolo “Sogni rotti” (testo di Lorenzo Moccia, Fabio Serri e Mattia Mitrugno). Non ancora maggiorenne, ha firmato un contratto discografico con la Greylight Records, dopo una formazione classica e lirica ed un’esperienza nei musical. Tra gli altri, ha portato in scena “Notre-Dame de Paris” interpretando Gringoire, personaggio che “mi ha aiutato tantissimo a crescere dal punto di vista interpretativo e vocale“, e “Romeo e Giulietta – Ama e cambia il mondo”, in cui è stato ora Romeo, ora Benvolio, ora Mercuzio, ora il Conte Capuleti
Carnevali, hai cominciato a studiare pianoforte a cinque anni, a 16 sei entrato all’accademia Mas di Milano. Ora il primo singolo “Sogni rotti”. Senti che stai realizzando il tuo sogno artistico?
“Sto facendo tanti step, uno alla volta, con tanti sogni che sono sempre racchiusi nel cassetto e spero si possano avverare un giorno. Il contratto discografico mi sta portando tantissime gioie. Penso che non tutti possano avere la fortuna di scrivere un singolo a 17 anni. Quindi sono molto contento. Sotto c’è tantissimo studio che mi ha portato a ciò che sono oggi“.
“Sogni rotti” affronta il tema dell’incomunicabilità tra voi giovani. Com’è maturato questo testo?
“Sono partito da idee e pensieri che ho trasferito agli autori pazzeschi di questa canzone. Io soffro molto di questa incomunicabilità. Molti ragazzi godono perché attraverso i social non c’è più la comunicazione di una volta, anche il dirsi un ‘ti voglio bene’ oppure il chiedere semplicemente a una ragazza di uscire, passando attraverso i ‘mi piace’, i ‘mi segui’ e ‘non mi segui’ su Instagram, Facebook e via dicendo. Per me questa cosa, invece, non è normale. Anzi, potrei dire quasi che ne possa soffrire“.
Ma sei riuscito a dichiararti a qualcuna?
“Sì, è qui di fronte a me, è Paola, anche lei del 2003 e abbiamo lo stesso pensiero riguardo ciò“.
Come proseguirà adesso il tuo percorso professionale?
“La seconda canzone uscirà quest’estate. In cantiere c’è qualcosa d’importante che non posso spoilerare“.
Hai modelli musicali di riferimento?
“Essendo un pianista classico e avendo fatto anche esperienze nel campo lirico, la musica classica la porto sempre nel cuore qualunque cosa vada a cantare e qualunque cosa vada a suonare. Poi ovviamente ci sono anche quegli artisti rock del Novecento, tra cui Freddie Mercury, Elton John, Billy Joel, e chi più ne ha più ne metta. Forse recentemente mi aggancio a Justin Bieber e Bruno Mars, perché rispecchiano un po’ il genere che vorrei fare. Di italiani, invece, mi stanno piacendo molto Sangiovanni di ‘Amici’, Madame che secondo me ha dei contenuti molto belli e buoni dal punto di vista della scrittura, e Irama“.
Faresti mai un talent?
“Sì, ma tipo ‘Amici’, gli altri non danno importanza all’artista. Anzi, forse ‘Amici’ è l’unico programma dove l’artista effettivamente cresce e ci sono professori, maestri e produttori che li seguono. Quindi ‘Amici’ sì, lo farei molto volentieri, non mi immaginerei in un altro talent“.
La formazione classica ti fa immaginare anche un domani a comporre colonne sonore?
“Ho passato un periodo ad immaginare che mi sarebbe piaciuto, ma al giorno d’oggi no, la mia strada l’ho già presa“.
Quando hai bisogno di caricarti, hai un motto, un proverbio, una frase che ti ripeti come un mantra?
“Io sono molto scaramantico. Prima di entrare sul palco dico ‘Fuoco e fiamme, fuoco e fiamme’, sempre“.