Vittorio Cuculo: la gioia di esplorare col sassofono i mondi infiniti delle note
Com’è stato il suo incontro col sassofono e il jazz? “La musica in famiglia è sempre circolata. Mi è stata trasmessa dal mio papà, anche se fa un altro lavoro, ha studiato musica, ha fatto chitarra classica. Mia mamma è insegnante di musica, pianista, diplomata al Conservatorio. E mio fratello è un violinista classico. La musica è sempre stata molto presente in famiglia. Io venivo dalle percussioni, ho suonato per un periodo nella JuniOrchestra dell’Auditorium Parco della Musica, e poi mio papà mi fece ascoltare un disco del grande genio Charlie Parker e mi innamorai subito del suono del sassofono che rappresentava un timbro molto umano. Da lì sono rimasto folgorato da questo strumento meraviglioso“, così la promessa del sassofono jazz italiano, il 27enne Vittorio Cuculo, che lancia il suo secondo disco “Ensemble”. Ma prima un passo indietro.
Qual è la nota che caratterizza il suo primo disco, “Between”?
“Il disco ‘Between’ (‘Fra’) è stato denominato in questo modo perché vuole rappresentare un po’ un periodo di transizione, il mio affacciarmi un po’ alla scena, alla realtà jazzistica, dicendo ‘questo sono io’ ed è un album che è un confronto generazionale tra la figura di un giovane musicista, e giovani musicisti come me, Danilo Blaiotta e Enrico Mianulli, musicalmente amici e fratelli, e quella di un grande decano, una leggenda della batteria del jazz italiano, europeo e non solo, che è Gegè Munari. Una figura come Gegè ci ha trasmesso e ci continua a trasmettere un bagaglio incredibile. Poi c’è anche il discorso dal punto di vista musicale di affrontare un po’ alcuni brani mettendo a confronto diverse tipologie, dal repertorio jazzistico standard e dalla musica pop come ‘Vedrai, vedrai’ di Luigi Tenco, reinterpretato da noi con mio fratello al violino per un mix musicale. L’album è stato registrato per l’Alfamusic, con le note di copertina del Maestro Roberto Spadoni, che ci ha donato un bellissimo arrangiamento di ‘Ce la posso fare’. All’interno del disco è presente anche un brano meraviglioso del grande Maestro Enrico Pieranunzi dal titolo ‘Night Bird’. ‘Between’ è stato il mio esordio discografico“.
Come nasce questo secondo lavoro, “Ensemble”, in uscita proprio oggi e che la vede lavorare sempre con Gegè Munari?
“Nasce dalla voglia di far musica insieme e credo che mai come oggi questo concetto sia così importante. È un album che vede la collaborazione del quartetto – con la leggenda della batteria Gegè Munari, Danilo Blaiotta al pianoforte e Enrico Mianulli al contrabbasso -, con un ensemble di fiati, sassofoni, della Filarmonica Sabina Foronovana, quindi strumentisti come me, e con una bellissima voce di una cantante molto giovane e talentuosa dal nome Lucia Filaci. Nasce, appunto, dalla voglia di condividere musica insieme. Nell’album sono presenti degli arrangiamenti di Maestri come Roberto Spadoni, Mario Corvini, Massimo Valentini, Riccardo Nebbiosi. La collaborazione con la leggenda del jazz Gegè Munari va avanti da un po’ di tempo ormai ed è una cosa che mi riempie di felicità, perché avere la fortuna di poter condividere della musica con una figura del panorama musicale così importante e così di notevole esperienza è una cosa che mi emoziona tutte le volte, è un confronto continuo e c’è anche un po’ il timore di avere a che fare con una figura del genere: da giovane musicista si è impressionati dalla sua grandezza musicale. ‘Ensemble’ vuole rappresentare anche un messaggio di speranza in questa pandemia che ha colpito tutto il mondo. Vogliamo ripartire con la musica e proporre la nostra musica suonata e registrata con tutto il nostro cuore. La musica esprime un sentimento di bellezza, gioia, benessere e ci piacerebbe tanto che questo arrivasse a tutti. ‘Ensemble’ è stato registrato per la Wow Records e sono presenti dei brani originali, ma anche dei brani della tradizione jazzistica. Sono presenti, ad esempio, brani come ‘Brava’, ‘Io non ridevo’, ‘Fuga di notizie’, ‘Caravan’, la bellissima ballad dal titolo ‘Misty’ (con la marimba suonata da Dimitri Fabrizi). Abbiamo avuto l’onore di aver firmate le note di copertina da tre figure capitali del mondo del jazz internazionale come Paolo Fresu, Stefano Di Battista ed Eugenio Rubei. Tutte queste bellissime cose che sono successe per questo disco mi hanno riempito di gioia, orgoglio ed emozione“.
Progetti per questa estate?
“Sono tanti. Sicuramente mi piacerebbe proporre il nuovo album nei festival e nelle realtà possibili in Italia e all’estero“.
Qual è la meta più alta che le piacerebbe raggiungere nella sua professione?
“Riuscirmi a realizzare come musicista, riuscire a poter dire la mia e ad essere riconoscibile e poter continuare sempre a far musica insieme agli altri con la gioia e la voglia di condividere una cosa meravigliosa come la musica, continuando sempre ad esplorare gli orizzonti che la musica propone che sono sempre infiniti“.
In una parola per lei cos’è la musica?
“La mia espressione, ciò che mi consente di esprimermi al meglio anche laddove non riesco con le parole, quindi è un qualcosa di ‘divino’ perché dà quella possibilità di esprimerti senza parole arrivandoci con le note“.
Oggi se n’è andato Franco Battiato. Lei ha un ricordo artistico o umano che la lega a lui?
“Non ho avuto né l’onore né la fortuna di poterlo conoscere di persona, mi sarebbe piaciuto tanto. Però ho avuto la possibilità di ascoltare la sua musica che mi è stata fatta ascoltare dalla mia famiglia, dal mio papà, dalla mia mamma. Oggi purtroppo il mondo della musica perde una grande, enorme figura come quella del Maestro Battiato, una figura come la sua lascia sicuramente in ogni musicista e persona un’eredità di inestimabile valore“.