Chiara Degani in tournée con una valigia ricca di sogni
“Mi stai facendo delle domande che devo andare in analisi dopo questa intervista”, ride di cuore l’attrice Chiara Degani, approdata a Pontedera per la tournée di “La dolce ala della giovinezza” di Tennessee Williams, per la regia di Pier Luigi Pizzi, mentre su Rai1 impazza la serie “Cuori” dove interpreta l’elegantissima Beatrice Dattilo.
Chiara Degani, qual è il segreto di “Cuori”, fiction ambientata negli anni Sessanta, che mette d’accordo nipote e nonna sulla scelta tv serale?
“È un prodotto molto piacevole, molto delicato, leggero come fiction, dove si parla di cose anche importanti avvenute in passato. Ora con tutto quello che la medicina riesce a fare ci sembrano cose datate, ma è un ritornare ai vecchi tempi e forse, visto il periodo in cui viviamo di pandemia che ancora stiamo subendo, tornare un po’ alle origini, al passato, capire certi valori, quali sono le cose più importanti, male non fa. Per cui è un prodotto che nella sua leggerezza tratta temi importanti, che può incontrare gusti diversi perché l’epoca crea quel divertimento, dai costumi a come si pensava, dalla musica alla moda di quegli anni, crea quella sorta d’intrattenimento che può arrivare a tanti gusti. Poi ci sono tutte le dinamiche amorose, le relazioni, tutti i rapporti tra i personaggi. Ci sono amori, amicizie, gelosie, vendette che fanno parte dell’animo umano, per cui rendono chiaramente il prodotto universale. Quindi, nella leggerezza diventa intrattenimento, divertente perché è epoca, però comunque si parla del trapianto di cuore e poi c’è il primario che si sposa con la cardiologa che però è innamorata del chirurgo, insomma queste cose che comunque colorano la vita di tutti i giorni”.
Nella serie interpreta Beatrice Dattilo, donna di potere ma amorevole: come ha affrontato questo ruolo delicato che segna il cammino dell’emancipazione femminile in Italia?
“È stato un lavoro molto bello, tanti momenti di attesa, di ansia, di stress prima di sapere che avevo vinto il provino, prima di sapere che questo ruolo poteva essere interpretato da me e alla fine è stata una ricerca molto interessante, perché Beatrice Dattilo rappresenta appunto una donna che ha un ruolo molto importante all’interno dell’ospedale. Lei è tra i dirigenti del Distretto Sanitario, quindi la parte dell’amministrazione, quelli che curano i rapporti con ipotetici finanziatori, che prendono decisioni importanti. L’anno della serie è il 1967, per cui siamo alla fine degli anni Sessanta, ma è comunque un periodo di grande rivoluzione per la donna. È stato molto bello poter interpretare questo ruolo, perché rappresenta un periodo importante, di svolta, di cambiamento, soprattutto oggi che le figure femminili sono sempre di più al potere ed è giusto che sia così. Considerando che da una parte si vuole rappresentare il lato più forte di questa donna, ma allo stesso tempo abbiamo cercato di rappresentare anche il suo lato più caldo, materno, amorevole, passionale, innamorato nei confronti di questo primario, perché c’è un rapporto molto importante tra loro due, pur essendo lei una donna sposata con figli. Quindi rappresenta proprio una figura femminile particolare per quegli anni, non è la madre di famiglia a casa con i figli, ma è una donna elegantissima con un carattere forte che quando deve esprimere le sue idee lo fa senza timore, occupa quel ruolo all’interno dell’ospedale perché se l’è guadagnato ed è comunque la classica figura femminile, cioè anche se donna forte e di potere c’è tutto quel lato che appartiene assolutamente alla sfera femminile, dalla vendetta alla gelosia, alla passione folle, alla stima, alla fascinazione, tutto quello che riguarda l’universo femminile”.
Intanto, a teatro sta interpretando una donna mantenuta e profondamente sola, Miss Lucy in “La dolce ala della giovinezza” ambientato negli anni Cinquanta: ci sono delle somiglianze tra i due personaggi?
“Per quanto riguardo l’aspetto esteriore sono totalmente due donne elegantissime e ringrazio i costumisti che mi fanno indossare questi abiti meravigliosi che già per quello si sente di avere una grandissima responsabilità. Però, a parte questo che è l’aspetto più leggero di questo lavoro, non so se si assomigliano, nel senso che Miss Lucy è l’amante, la mantenuta di un uomo politico che non è certo dei migliori. Si è alla fine degli anni Cinquanta in America, nella pièce si parla di castrazione di un negro per far capire che tipologia di politico può essere. Lei vive in un albergo, si fa mantenere da questo politico e passa le sue giornate nella sua suite oppure nella hall dell’albergo dove conosce tutti i clienti, dove passa il tempo bevendo, tra un drink e l’altro. Tutto questo rappresenta una grandissima solitudine perché sicuramente anche questa donna avrà avuto i suoi sogni e probabilmente è per quello che quando arriva in questa cittadina una famosa attrice del passato cerca subito di creare un rapporto con lei, un po’ forse perché anche lei sognava di appartenere al mondo dello spettacolo, un po’ perché anche se può sembrare un personaggio negativo, proprio perché l’amante, la mantenuta e tutto quanto, probabilmente in fondo forse un lato positivo ce l’ha anche lei, cioè aveva dei sogni, non si sono realizzati chi lo sa… Forse anche lei voleva avere una famiglia e invece no, cerca di creare probabilmente una sincera complicità femminile con questa vecchia attrice del passato e, pur sembrando un personaggio negativo, in quanto invidioso e vendicativo, anche con il ragazzo che poi è il protagonista della pièce, Chance Wayne, in fondo in fondo prova per lui un sincero senso materno quindi probabilmente alla fine lo aiuta insomma”.
In tutta la sua carriera, quale personaggio ha amato fare particolarmente?
“Tutti i personaggi sono bellissimi, perché nel momento in cui lavori ad un personaggio bene o male ti ci affezioni. Poi i personaggi, casomai quelli più cattivi, negativi, ti possono piacere per un aspetto. Quelli invece romantici, le donne sognatrici mi piacciono moltissimo per altri aspetti. Però mi è sicuramente piaciuto molto quando appena arrivata a Roma con una compagnia di teatro un po’ più off ci siamo messi a fare tutto un lavoro di ricerca pazzesco sulle ‘Tre sorelle’ ed io interpretavo Maša che è un personaggio assolutamente meraviglioso, ha un lato assolutamente misterioso, sinistro da scoprire come una passione dentro che è assolutamente un fuoco, una leonessa, per cui bellissimo. Questo è stato molto bello”.
C’è una battuta a cui è legata e che ripete quasi come un mantra?
“Sinceramente no. Quello che cerco di ripetermi ora, che in un giorno di prove è uscito da Elena Sofia Ricci che è la protagonista di ‘La dolce ala della giovinezza’, è quello di cercare di divertirci, dobbiamo cercare di divertirci facendo questo lavoro”.
Con Elena Sofia Ricci com’è l’intesa?
“Bellissima perché è una grandissima attrice, ha un’esperienza incredibile veramente che spazia dal teatro al cinema a qualsiasi tipo di premio, quindi, è bellissimo lavorare con una collega di questi livelli, ed è anche una persona meravigliosa. C’è un bel gruppo di lavoro, anche gli altri colleghi sono delle persone molto carine, per cui insomma c’è un bel clima e quando è così i mesi di tournée volano. Speriamo di riuscire a intrattenere anche il pubblico”.
Fino a quando sarete in tournée con questo spettacolo?
“Fino a ridosso di Natale”.
Qual è il progetto attoriale a cui oggi ambisce?
“Vorrei fare un po’ di drammaturgia contemporanea perché quando sei in tournée ci sono anche dinamiche proprio di business per cui magari devi rappresentare certi testi piuttosto che altri, con i classici vai sempre bene perché sono comunque quelli che veramente conoscono tutti, per cui sono anche quei testi che riesci, in quanto produzione, a piazzare dappertutto. Però avrei proprio voglia di fare drammaturgia contemporanea, drammaturgia inglese contemporanea, ci sono testi pazzeschi, bellissimi che sono più vicini a me. C’è bisogno anche di rappresentare questi nei teatri grossi. A volte si vedono spettacoli un po’ più off bellissimi, meravigliosi, recitati benissimo, ma che hanno un circuito molto piccolo per cui solo pochi fortunati li vedono”.
Cos’è per lei il successo?
“Penso che il successo sia in realtà sentirsi veramente realizzati, cioè essere proprio soddisfatti, essere contenti del lavoro che si fa. Questo è molto importante per me quando ti senti proprio piena, riempita dalla fatica, dal lavoro che hai fatto sul personaggio, su un certo testo. Questo è sicuramente successo, ma purtroppo sappiamo che non basta, per cui successo va di pari passo anche con la visibilità, la popolarità”.
Guardandosi allo specchio, cosa vedono gli occhi dell’attrice e cosa vedono gli occhi della donna?
“Se mi guardo allo specchio con gli occhi dell’attrice vedo una grandissima voglia di arrivare, di fare, di agire, di produrre, ho ancora tantissima energia, voglia di fare, di lavorare, di sorridere, di divertirmi, questo assolutamente sì. Se mi guardo allo specchio con gli occhi di donna, diventa proprio complesso (ride, ndr), vedo una donna che non è più una ragazza, una donna che comunque è ancora giovane, quindi diciamo vedo una giovane donna che ha ancora tantissimi sogni, che realizzarli non è facile per niente, ma che ci crede ancora tanto”.