“Ghiaccio”: quando l’immagine si fonde con le note per illuminare l’umanità
L’odore del sudore misto alla dolcezza dell’amore in tutte le sue sfumature: è “Ghiaccio”, opera prima a firma del sodalizio formato dal cantautore Fabrizio Moro (classe 1975) e dal cineasta Alessio De Leonardis (classe 1982), entrambi romani di periferia. Il lavoro su alcuni videoclip si è trasformato dieci anni fa nel sogno di realizzare un film insieme sulla boxe e, complice lo stop della pandemia, a luglio scorso hanno scritto di getto una sceneggiatura che è arrivata sul set ad ottobre. Il film ricco di calore umano è un abbraccio nei valori della condivisione, del senso di comunità, del fatto che al mondo nulla è regalato ma tutto è frutto di fatica, ma quella che ti fa star bene e ti dà la voglia di sorridere nonostante le difficoltà. Il titolo del film, “Ghiaccio”, nato d’impulso in scrittura si fa metafora di una vita dura, ma appagante negli affetti. Protagonisti della storia sono Giorgio, un ragazzo che ha la possibilità di diventare professionista nel mondo del pugilato, e il suo mentore Massimo: il primo ha il volto di Giacomo Ferrara e il secondo quello di Vinicio Marchioni, due attori che si sono confrontati con lo sforzo fisico del ring. Per essere credibili, infatti, si sono allenati per due mesi e mezzo con Giovanni De Carolis, Campione del Mondo WBA PRO del Pesi Medi, e si sono messi alla prova con Domenico “Mirko” Valentino, Campione del Mondo AOB e Campione Italiano PRO dei Pesi Leggeri. Nonostante Marchioni avesse subìto un problema alla spalla poco prima degli allenamenti, si è dato anima e corpo in questo progetto come anche Giacomo Ferrara, facendo entrambi di questo film sulla boxe un modello di vita. La storia è umanamente vera, si vedono i protagonisti combattere dentro e fuori dal ring per riuscire ad affrontare giorno dopo giorno gli ostacoli della quotidianità.
Ogni momento del film è amplificato nei sentimenti dalla colonna sonora, che è l’altra grande protagonista: le note dilatano le emozioni, avvolgendo il racconto in un’aura di sospensione che fa vivere affondo la profondità dei sentimenti. Se la periferia che si vede nel film è quella del Quarticciolo di Roma e se Moro e De Leonardis sono partiti dalla borgata che hanno vissuto da adolescenti per scrivere il film, questi hinterland possono rispecchiare tutto ciò che è ai margini, anche quei confini dell’anima che oscillano tra l’angoscia che ti sveglia alle 5 del mattino e la solidarietà che si incontra in un sorriso. E la gioia, per fortuna, ha varie forme, come la tenerezza degli occhi di Marchioni quando in conferenza stampa racconta che il papà, che aveva una grande passione per la boxe, aveva un quadernetto con segnata la posizione dei piedi da tenere a seconda dei colpi. “È l’amore incondizionato e il saper rialzarsi una volta caduti a terra ad essere al centro”, focalizza De Leonardis che con Moro gira anche uno dei piani sequenza più belli del pianeta pugilato: 7 minuti per due round. L’alchimia tra i due registi e sceneggiatori è palpabile nel rispetto reciproco, nella reale comprensione, nell’immensa passione per il proprio lavoro. Nella scrittura della sceneggiatura per loro è stato spesso un “buona la prima” che s’intesseva indissolubilmente con la stesura della colonna sonora. Ad esempio, mentre scrivevano la scena in cui Giorgio si sporge dal finestrino dell’auto, Moro, anche se erano le 3 di notte, si è messo al pianoforte a suonare la traccia che si ascolta nel film: ed è restata quella. La musica e il film sono talmente intrecciati da continuare il viaggio insieme, anche se su due binari diversi: “Sei tu”, il brano che Moro presenterà in gara alla 72esima edizione di Sanremo (e contenuto nel nuovo Ep del cantautore “La mia voce” in uscita il 4 febbraio), si ascolta sui titoli di coda della pellicola che uscirà a ridosso del festival come evento il 7, 8 e 9 febbraio distribuita nei cinema da Vision Distribution (poi sarà su Sky e passerà anche su Mediaset). Il film, una produzione La casa rossa con Tenderstories (in collaborazione con Vision Distribution, Sky, RTI e in associazione con L’Università Telematica San Raffaele Roma), ha il plauso della Federazione Pugilistica Italiana e l’appoggio del festival cinematografico per i ragazzi Alice nella Città, che accompagnerà e supporterà “Ghiaccio” con una serie di azioni dedicate al pubblico giovane, tra approfondimenti, incontri e proiezioni. Oltre a raccontare una storia poetica, il film ha anche il pregio di essere stato girato su un set green: la produttrice Francesca Verdini ha spiegato l’attenzione posta a tutto, dalle cose più piccole, come ad esempio del come si mangia e beve, ad interventi più strutturali, nel segno della sostenibilità. Tanta armonia porterà nuovi frutti, almeno nel sodalizio Moro-De Leonardis? La risposta dei registi lascia la porta aperta: “Ci siamo divertiti molto”. Ad maiora! Intanto, la frase di “Ghiaccio” da portare nel cuore è: “I guerrieri non perdono mai, casomai imparano”.