“Oltre il confine”, la fiaba sui piccoli migranti Bekisisa ed Eno

La fiaba cinematografica del XXI secolo è “Oltre il confine” del cineasta e attivista per i diritti umani Alessandro Valenti, leccese classe 1973. Nel film presentato al Giffoni Film Festival (nell’ambito della sezione Generator+13), il regista – qui anche sceneggiatore e produttore con la Scirocco Films -, racconta l’arrivo dei migranti dall’Africa in Europa attraverso lo sguardo dei bambini, in una dimensione che sconfina tra realtà e immaginazione, perché, come dice lui, “i bambini uccidono il dolore con la fantasia”. La pellicola – durata 90 minuti, distribuita dalla 102 Distribution – racconta dei fratelli Bekisisa (l’attrice Fatou Ndeye Mbaye), di dodici anni, ed Eno (Serigne Fallou Mbaye), di sei anni, che, costretti dalla povertà e dall’essere rimasti orfani, intraprendono un lungo viaggio a piedi che li porterà dal loro villaggio situato nell’Africa subsahariana all’Italia. Qui incontreranno la fata (Iaia Forte), il cattivo (Nicola Rignanese) e tanti bambini forti ed in gamba come loro, tra i quali Alaba (Crispin Shadrack Nyangala) che farà battere il cuore a Bekisisa.

Ci sono storie – sottolinea il regista Alessandro Valenti – che devono essere raccontate perché altrimenti ti perseguitano. La storia dei bambini migranti mi segue da molto tempo, da quando ho guardato negli occhi un bambino che ha attraversato un intero continente per arrivare qui davanti a me. Da allora per me narrare questa storia non è importante ma necessario, necessario per combattere quella ‘globalizzazione dell’indifferenza’ che ti colpisce e non va più via se non fai attenzione”.

Il racconto è come tutte le fiabe un mix di dolce e amaro, con tanto di “morale”, indicando la strada della vera “crescita” per i più piccoli, ma anche per gli adulti, che impareranno a rispolverare quel senso di immensa umanità – quindi, crescita interiore – da cui spesso la concretezza della vita allontana. In più, il contrasto tra i due fratelli, la saggia Bekisisa dal canto che incanta e il forte Eno che sogna la maglia del suo calciatore preferito, Sadio Mané – attaccante del Bayern Monaco e della nazionale senegalese, laureatosi campione d’Africa proprio quest’anno –, rende estremamente vivace la narrazione. I due sognano di ricongiungersi ad uno zio a Roma e il viaggio che faranno sarà ricco di eventi magici e straordinari, guidati dalle api, simbolo dell’abbondanza e della ricchezza e, al tempo stesso, per la loro scomparsa nei mesi invernali e il loro ritorno in primavera, anche dell’eterna rinascita e del rinnovarsi della natura. La metafora delle api, che ricorda il bellissimo romanzo “La vita segreta della api” scritto dalla statunitense Sue Monk Kidd, sottolinea che con le operose api a fare da faro nessun luogo mai avrà confini e frontiere invalicabili.

Questo film, che non lascia indifferenti ed invita a non girarsi dall’altra parte, si avvale della direzione della fotografia di Corrado Serri, del montaggio di Marco Spoletini, delle musiche originali di Gabriele Rampino, della scenografia di Sabrina Balestra e dei costumi di Samantha Marsili Libelli. L’ottimo casting è stato affidato a Laura Palmier. La produzione è di Scirocco Films con Rai Cinema, in coproduzione con Rosebud Entertainment Pictures, in associazione con Arte Cofinova, con il contributo di Apulia Film Commission e con il patrocinio di Save the Children, l’organizzazione internazionale che da oltre cento anni combatte per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro.

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