Narni, una continua scoperta
C’è chi la ama per il verde lussureggiante che la circonda, chi per le sue stradine medievali, chi per il suo buonissimo gelato al limone, chi per la sua arte e la sua storia: Narni è una continua scoperta. In maggio si rivive la rievocazione dell’Umbria medievale con la Corsa all’Anello. A luglio c’è un festival ricco di appuntamenti artistici. La chiesa di Santa Maria Impensole è sempre aperta per ammirare i suoi bellissimi capitelli romanici. Palazzo Eroli è uno scrigno di storia artistica e del territorio con i reperti preistorici (tra questi le zanne dell’Elephas Antiquus), quelli romani (tra cui una particolare lapide con il numero “4”) e una collezione artistica che mostra l’armoniosa pala con l’Incoronazione della Vergine di Domenico Ghirlandaio. Camminando per le sue stradine si giunge ad un cortile dedicato ai giochi per i più piccini che affaccia sulla suggestiva abbazia di San Cassiano (dove furono girati gli esterni di una parte del film “Per grazia ricevuta” di Nino Manfredi) e sulle rigogliose gole del fiume Nera dall’acqua cristallina attraversata da tanti ponti, tra cui quello di Augusto.
In un intreccio di storia e magia, da questo parco giochi per i bambini si accede allo scrigno più prezioso, la Narni sotterranea, la cui scoperta si deve all’intraprendenza di sei giovani – Roberto, Gianni, due Mauro, Marco e Massimo – che per amore dell’avventura e della speleologia nei lontani anni Settanta si ritrovarono a calarsi dai giardini di San Bernardo in un orto che nascondeva un foro che l’incuriosì a tal punto da immergersi incontrando gli occhi di un angelo, l’affresco dell’Arcangelo Gabriele. Da lì ingegno, passione, sogno e misteri li hanno portati a non accontentarsi di quella piccola scoperta, ma a scavare tantissimo in quel luogo che cela segreti che parlano di Inquisizione, massoni e vittorie napoleoniche.
Ma è l’enigma dei segni al di là di quella che si scoprì essere la sala dei Tormenti a diventare lo scopo di tutta la vita per uno dei sei, Roberto Nini, che si mise sulle tracce di quello che considera l’incontro della sua vita: l’uomo incarcerato da innocente 250 anni fa e a cui, grazie a ricerche che lo hanno portato nelle segrete stanze vaticane, ha ridato un volto e un’anima. Il senso del luogo, però, non è solo questa storia, è il voler riportare i visitatori all’essenza umana. Alla fine del percorso, infatti, le tante persone sepolte in questa struttura monastica è come se ringraziassero e salutassero la pietas di turisti, viandanti e peregrini giunti fin lì, in questa vita così soggetta alla caducità. Attraverso il video di una donna qui sepolta con il marito e il figlioletto, c’è il dono di un momento ricco di raccoglimento, che lascia il seme della poesia e il germoglio di un viaggio che non si ferma in quei corridoi sotterranei, ma che arricchisce di significato il senso della vita e quella tappa a Narni sotterranea. Tutte le guide qui sono gentili e pervase da uno spirito solidale e appassionato, ma se si ha la fortuna di essere condotti per questi corridoi ricchi di mistero da Roberto Nini, si ha la fortuna di incontrare quella luce speciale dei suoi occhi, che rivelano autentica bontà verso il prossimo ed infinito amore per la sapienza. Tra le diverse suggestioni che ogni diverso viandante potrà riportare con sé, ce n’è una in particolare: il sentir parlare tra quelle mura della legge di Saint Cloud, emanata da Napoleone nel 1804 e che stabilì che le tombe venissero poste al di fuori delle mura cittadine, non può che richiamare alla mente la poesia “Dei Sepolcri” di Ugo Foscolo con tutta la sua carica di pietas verso i morti e di “eredità d’affetti” a cui dare importanza. La visita a Narni sotterranea toccherà, quindi, il cuore di ciascuno a seconda della diversa sensibilità, ma il desiderio di approfondire resta in ognuno secondo le proprie inclinazioni, passioni e motivi che lo hanno spinto fin lì. Su https://www.narnisotterranea.it/ l’incontro con questa storia continua, anche con l’aiuto di un film documentario che ricostruisce e narra tutta questa magica avventura, che è il primo tassello del sogno di Roberto Nini di farne un film. A tutti, dunque, non può che giungere il consiglio di lasciarsi trasportare dalla lettura di “Alla ricerca della verità” (edito da Thyrus), il volume in cui Roberto ripercorre il sogno della sua vita così da entrare nel suo cuore appassionato ed esemplare, modello per chi fatica a trovare il senso della propria vita o a chi lo ha trovato e vuole condividerne passioni, ostacoli e nuove mete.