“Pino Daniele – Nero a metà” di Marco Spagnoli e Stefano Senardi: un film da vivere come un concerto

Ti manca?”, la risposta di James Senese: “È sempre con me”. Sono tra le parole più commoventi del viaggio emozionale che Marco Spagnoli regala in “Pino Daniele – Nero a metà”, scritto a quattro mani con Stefano Senardi che conduce le interviste che s’intrecciano alle bellissime immagini di repertorio sugli esordi dell’artista partenopeo. Si raccontano i suoi primi tre album – “Terra mia”, “Pino Daniele” e, appunto, “Nero a metà” – e il concerto in piazza del Plebiscito del 19 settembre 1981, che ha segnato la consacrazione di Pino Daniele. Nessuno meglio di Tony Esposito ha saputo descriverlo nella sua autenticità: “Come Stevie Wonder, puntava alla solarità portandosi dentro un dolore profondo”. Pino Daniele voleva essere solo un musicista, desiderava solo suonare la sua chitarra, gli fu regalato un basso per esibirsi con Napoli Centrale, ma aveva una voce così calda come una carezza – quella che Tullio De Piscopo cercava in una telefonata con lui quando si sentiva triste – e un cuore così grande – anche se alcuni lo hanno definito “scorbutico” – da non poter non essere cantautore. In più, Pino Daniele è l’espressione della Napoli più verace e poetica, quella accogliente e quella che è vicina alla gente. A dieci anni dalla sua scomparsa – era il 4 gennaio 2015 –, è un dono l’uscita di questo documentario, prodotto da Fidelio ed Eagle Pictures, che raccoglie le testimonianze di chi lo ha accompagnato negli anni della sua formazione e di chi lo sa raccontare e descrivere nella sua verità. In particolare, si ascoltano: Vincenzo Affinita, Viola Ardone, Enzo Avitabile, Carmine Aymone, Nelly Bisaccia, Miriam Candurro, Raffaele Cascone, Gino Castaldo, Tony Cercola, Biagio Coscia, Tullio De Piscopo, Gigi De Rienzo, Teresa De Sio, Mauro Di Domenico, Cristina Donadio, Lello Esposito, Tony Esposito, Roberto Giangrande, Enzo Gragnaniello, Gianni Guarracino, Ezio Lambiase, Renato Marengo, Carlo Massarini, Pietra Montecorvino, Claudio Poggi, Peppe Ponti, Paolo Raffone, James Senese, Jenny Sorrenti, Bruno Tibaldi, Lino Vairetti, Fausta Vetere, Ernesto Vitolo. Emozionanti, poi, sono le performance di giovani talenti – Andrea Radice con Fabrizio Falco, Gabriele Esposito, Chiara Ianniciello con Antonio D’Agata e Giulio Scianatico – che ripropongono alcuni dei suoi successi. Anche se su tutte è la voce di Pietra Montecorvino a far venire i brividi, senza nulla togliere a Fausta Vetere e le altre brave artiste che si mettono in gioco in questo documentario. Quando sabato 4, domenica 5 e lunedì 6 gennaio il documentario sarà in sala, il consiglio è di andarlo a vedere insieme agli amici con cui si andavano a vedere i suoi concerti o alle persone che amiamo e con cui cantiamo in macchina o al suono della chitarra le canzoni di Pino Daniele. Questo film, infatti, crea un’atmosfera magica che strappa applausi ad ogni nota, entusiasma ed emoziona profondamente. Se poi si ha la fortuna di sfiorare in sala persone che Pino Daniele lo hanno conosciuto bene come Carmine Aymone, l’esperienza nel cuore è da stadio. “Pino Daniele – Nero a metà” di Marco Spagnoli e Stefano Senardi – già coautori di “Franco Battiato – La Voce del Padrone”, miglior documentario ai Nastri d’Argento 2022 – è un ritratto sincero e merita per la sensibilità profusa, il taglio dato, le immagini scelte e le interviste raccolte. Interamente girato a Napoli, dona una dolce ed autentica “Appocundria”, cioè proprio quella profonda malinconia suggellata da Pino Daniele.

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