“Nakay: Gold & Blood”: avvincente salto nelle antiche credenze azteche
Ambizioso, storicamente intrigante e fotograficamente interessante è “Nakay: Gold & Blood”, il cortometraggio (durata 7′ 37″) che getta le basi per la saga “The Curse of the Forbidden Skull”. “È un omaggio alle antiche civiltà precolombiane e alle loro affascinanti leggende, un’opera che coniuga il rigore storico con l’immaginazione cinematografica”, suggella il cineasta Fabio Cento che dirige gli attori Pedro Bondanini e Michele Del Greco rispettivamente nei panni di un nativo americano e di un avido “conquistador” spagnolo.
Trailer https://youtu.be/ZkyKqLOGCVA
L’antica parola “ñakay” del titolo, in una delle antiche lingue native americane, significa “augurare una sventura o maledire qualcuno” e richiama l’atmosfera cupa del cortometraggio, ispirata alle antiche superstizioni e credenze azteche. In particolare, si racconta della profanazione di una reliquia sacra, il “Teschio Proibito”, legata a Huehuecoyotl, dio della musica, della danza e della canzone, divinità delle tribù Otomi, di lingua nahuatl, che furono sottomesse agli Aztechi.
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Prodotto dalla Oniros Films (nello specifico, Charles Pellissier e Mattia Baricca) e scritto da Fabio Cento con la collaborazione di Marco Ventura, “Nakay: Gold & Blood”, attualmente in concorso ai David di Donatello, è davvero “un’esperienza visiva coinvolgente”, come si evidenzia nella nota stampa, perché con le immagini fa sentire sulla pelle dello spettatore cosa dovesse significare nel Messico del 1519 quell’incontro/scontro di civiltà, tra la difesa del proprio territorio e dei propri usi e tradizioni e la brama di nuove terre e di sempre nuovi bottini. In più, il tutto è avvolto in un’aura misteriosa attorno alla leggenda del temuto “Teschio Proibito”.